Ottanta anni

Ma alla fine, il problema non sta nelle parole. Essere "sobri" in un mondo di svacco e fake news, di arroganti e prepotenti. È che quelli che potevano raccontarci l'orrore della guerra e il dono della libertà se ne sono andati, inghiottiti dal tempo. E dopo ottant'anni c'è tanta gente che si annoia a parlare di libertà, che si stanca a sognare un mondo in pace. Quella giovinezza perduta ci dice che c'è una gioventù nuova, che dovremmo rispettare. Ma siamo troppo impegnati a farci selfie anche nelle camere ardenti. Non so se oggi sarò sobrio. Mi accontenterei di essere vivo.