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Visualizzazione dei post da giugno, 2008

Ciao pà

Ciao pà. E' stato un viaggio bellissimo e avrei voluto non finisse mai. Avevo ancora tante cose da dirti, fatti trovare perché non smetterò di parlarti. Grazie di tutto. Tuo figlio

Fotografie riemerse

La memoria richiama immagini improvvise – inattese ora tenui ora nitide Una discesa in slittino appena fuori Rastignano dove non c’erano case ancora né strade e sembrava – nella neve – ai miei occhi di bimbo un mondo lontano inarrivabile O il rumore della macchina che arrivava nella sera in certe estati al mare in quella riviera per bambini e mamme solitarie E io sentivo che era proprio quella macchina - la più attesa - che arrivava nella sera O cose più vicine L’appuntamento fisso del mercoledì tra i compagni antichi dell’Arci - il nostro ristorante esclusivo per parlare di niente per dirci tutto quello che già sapevamo che sappiamo da sempre Che siamo stessa pianta stessa vita stessi sguardi curiosi stesse scelte stessi infiniti errori Che anche nei silenzi tutto è detto e non può proprio uscirci la parola meglio di così A Giuliano, perché continui a lottare

C'è un uomo in cielo

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Incredibile come un omino così piccolo (“piccino picciò”, mi avrebbe cantilenato la nonna...) sappia riempire una casa (intesa come “home”, non come “house”). Grazie a Matteo, che ancora non capisce il senso delle canzoncine di papà (che peraltro le inventa sul momento), ma già elargisce i primi sorrisi tra uno sbadiglio e un “grugno”, ho riaperto una vecchia edizione originale (la mia, di bambino) delle leggendarie “Filastrocche in Cielo e in Terra” di Gianni Rodari . Riscoprendo la genialità di un maestro. Di scuola e non solo: di vita, di civiltà, di lettere. Le “favole a rovescio”, per dire: Alla Formica Chiedo scusa alla favola antica/se non mi piace l'avara formica./Io sto dalla parte della cicala/che il suo bel canto non vende, regala. Il giornale dei gatti I gatti hanno un giornale/con tutte le novità/e sull'ultima pagina/la “Piccola Pubblicità” // “Cercasi casa comoda/con poltrone fuori moda/non si accettano bambini/perché tirano la coda....” O lo spettacolare salva

Matteo che colora la vita

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Matteo ha scelto di arrivare molto presto di mattina. Cambierà la mia esistenza, la nostra esistenza, giorno dopo giorno. Cercherò di spiegargli tutto quello che da una vita credo di comprendere. Farò esperimenti da padre, passi fuori tempo, gesti d'amore. Un giorno lui prenderà tutto questo, lo appallottolerà e inizierà a volare con le sue ali. E io spero di essere lì a guardarlo, spero di essere lì a capirlo fino in fondo. Spero che qualcosa, di questa nostra strada che già stiamo affrontando insieme, gli resti nel cuore.

Sulla strada (di nuovo)

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Irrequietezza? Forse. E il fatto che il tempo del viaggio è lontano, e mi manca il cammino. La strada. Quella che ho cercato nei libri, non solo "nel libro". Quella che ho attraversato negli anni, in cento posti, sempre diversa e sempre preziosa. Parole e immagini e musica e battito del cuore. Due galloni nel serbatoio e quel cartello che dice "niente benzina per le prossime 80 miglia" . In folle. Rollin' & Tumblin' . All’alba il mio autobus stava filando attraverso il deserto: Indio, Blythe, Salomè (dove lei danzò); le grandi aride distese che portano alle montagne del Messico verso sud. Poi girammo a nord fino alle montagne dell’Arizona. Flagstaff, paesi su precipizi… Nella notte d’inchiostro attraversammo il New Mexico. Nell’alba grigia fummo a Dalhart, nel Texas. Nel desolato pomeriggio domenicale percorremmo le cittadine della pianura dell’Oklahoma l’una dopo l’altra. Al cader della notte arrivammo nel Kansas. Stavo tornando a casa in ottobre. Tutt

Caro Maestro

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L'appuntamento sarebbe per oggi. 4 giugno 2008. Però Matteo non sembra aver intenzione di uscire, almeno per il momento. Lì dove sta, cullato dentro un mondo ancora sconosciuto (solo sensazioni di luci e ombre, musiche e suoni ovattati) evidentemente si trova benissimo. Aspettiamo. Intanto, preso da mille domande simili (immagino) a quelle di qualunque potenziale genitore, ho un flash sulla mia prima educazione. Mamma e televisione. Proprio così, televisione, ma così diversa e distante da quella di oggi, non solo per evidenti motivi anagrafici. Era una scatola a volte magica da cui uscivano anche programmi non frettolosi, superficiali, sciatti, volgarmente vuoti come quelli di oggi. A mettere insieme le parole io ho imparato con "Non è mai troppo tardi", la trasmissione del maestro Alberto Manzi . Fu un esperimento didattico meraviglioso, e naturalmente era rivolto agli adulti. Televisione scolastica nuova di zecca, innovativa nell'organizzazione e nel linguaggio. L&

Bentornati in Paradiso (dedicata a Ezio)

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Festa allo stadio, festa per le vie del centro, festa in piazza. Bologna ha ritrovato la passione per un calcio da Serie A, e pubblico da grandi occasioni. E, come scrive oggi Bruno Bartolozzi nel suo corsivo su Stadio-Corsport, anche una tifoseria nuova ed eterogenea: "La serie A dei nuovi tifosi rossoblù. Rumeni, moldavi, russi, magrebini. Non avranno la tessera di tribuna platino, ma in strada c’erano. Sciarpa in collo, o semplicemente sorriso sul volto. E insospettata emozione". Uniti nella festa. Se è un sogno, lasciatelo frullare nelle nostre menti ancora un po’. Sorrisi per un giorno, applausi per un giorno. La gioia di ritrovarsi insieme, di essere comunità in festa, che il calcio (quello bello, quello pulito, quello che non deraglia) sa ancora regalare, forse. In un giorno di emozioni, le impressioni che ho raccolto ripassando mentalmente le fotografie di una stagione di rinascita. Le dedico a un grande mai abbastanza amato, mai abbastanza risarcito. Ieri, nel giorn