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Visualizzazione dei post da dicembre, 2008

Chicco Ravaglia per sempre

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Ogni tanto, nel mio mestiere, può capitare di fare qualcosa di bello. O quanto meno, qualcosa che dà davvero soddisfazione. E non parlo di cosiddetti "buchi", di notizie azzeccate o mancate, di quotidiano inventare e costruire. Parlo di cose che ti fanno sentire meglio. Come se quello che fai avesse un senso, come se una pagina di giornale valesse più di quello che effettivamente vale. Ogni tanto, la cronaca quotidiana segna il passo. Come adesso, durante le ferie. Meno campionati, meno partite la domenica, idee da farsi venire per riempire comunque le pagine. Forse questa volta me ne è venuta una meno banale di altre. Oggi ho dedicato una pagina al ricordo di un amico, di un talento, di un ragazzo che sembrava baciato dalla buona sorte e invece una notte di nove anni fa si è trovato di fronte il destino, venuto a riprendersi tutto in un attimo. Ho pensato a Chicco Ravaglia , al vuoto che ha lasciato dentro e fuori i parquet, al suo sorriso che nessuno di quelli che l’hanno i

Have yourself a Merry Little Christmas

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Have yourself a merry little Christmas Let your heart be light From now on our troubles will be out of sight Have yourself a merry little Christmas Make the Yule-tide gay From now on, our troubles will be miles away Here we are as in olden days Happy golden days of yore Faithful friends who are dear to us Gather near to us once more. Through the years We all will be together If the Fates allow Hang a shining star upon the highest bough. And have yourself A merry little Christmas now

I "dimenticati" di Steinbeck

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Un ricordo di John Steinbeck , che se ne andò esattamente quarant'anni fa, il 20 dicembre 1968. Intenso, dal punto di vista personale, perché è stato il classico autore “di formazione”, come si dice, e senz'altro il primo di cui io conservi memoria piena. La lettura, breve e intensa, de “La Perla”, affrontata in seconda media grazie a un'insegnante di lettere che sapeva davvero alimentare la voglia di leggere, di approfondire, di capire (Marcella Caudarella, una delle guide insostituibili della mia vita), fu la scoperta di un mondo, di una letteratura, di una strada da seguire. Nella storia tragica di Kino, del suo tesoro sfavillante e inutile, c'era molto più di una storia. C'era un sentiero che mi indicava su quale via proseguire, da che parte stare. John Steinbeck. Dimenticato, e per molti superato. Profondo, etico, intenso. Cantore degli spiantati, dei derelitti di “Vicolo Cannery” e dei picari senzafuturo di “Pian della Tortilla” . Il dolore dei poveri, le fe

Un mondo pieno di nuvole

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Vanno vengono ogni tanto si fermano e quando si fermano sono nere come il corvo sembra che ti guardano con malocchio Certe volte sono bianche e corrono e prendono la forma dell’airone o della pecora o di qualche altra bestia ma questo lo vedono meglio i bambini che giocano a corrergli dietro per tanti metri Certe volte ti avvisano con rumore prima di arrivare e la terra si trema e gli animali si stanno zitti certe volte ti avvisano con rumore Vanno vengono ritornano e magari si fermano tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle e ti sembra di non conoscere più il posto dove stai Vanno vengono per una vera mille sono finte e si mettono li tra noi e il cielo per lasciarci soltanto una voglia di pioggia Fabrizio De Andrè

L'Italia del 12 dicembre

"Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre L'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre" Francesco De Gregori Trentanove anni fa. Ne avevo nove, e quel 12 dicembre, con le immagini in bianconero che uscivano dal televisore sempre acceso a un ritmo insolito per gli occhi e la mente di un bimbo, per me fu la perdita dell'innocenza. Capii che accanto al bene, agli affetti, ai sentimenti, c'erano anche il male, il dolore, il buio. Quella sera, e per molte sere dopo, faticai ad addormentarmi. L'Italia smarrì la rotta a Piazza Fontana. Che ci fosse il male i grandi lo sapevano, ma il male venne nascosto anche a loro. Per anni. Oggi molto si sa (mandanti, ideologie, esecutori), ma restano le zone d'ombra. In questa e in tutte le tragedie collettive della nostra storia. E in questa come nelle altre, prima (Vajont) e dopo, la sensazione che il male sia riuscito in un modo o nell'altro a farla franca. Che i buoni non abbiano vinto, e siano anzi

Una serata coi campioni

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Fare un libro può essere anche un'occasione per rivedere tanti amici. Mi è successo ieri sera alla Libreria Irnerio, alla presentazione de “la Voce del Campione”, la mia strenna natalizia. Una settantina di persone, a occhio. Tanti che hanno risposto al mio invito, e mi hanno scaldato il cuore. Bello, davvero. E c'erano anche loro. I campioni. Hanno raccontato scampoli di quelle vite da atleti che ho voluto nel libro, perché quando incrocio qualcosa di bello mi viene sempre voglia di fissarlo nella memoria e nelle parole, sperando che non vada perduto. Ringraziamenti, allora. A tutti quelli che c'erano, amici di corsa, di vita, di lavoro, di famiglia. A Gianfranco Civolani e Alberto Bortolotti, che mi hanno aperto la strada rendendola lieve. A Marino Bartoletti,che da direttore mi ha insegnato molto e ieri ha parlato da amico vero. A Giorgio “Matitaccia” Serra per quella allegrissima copertina. A Renato Rizzoli, per la presentazione, la presenza, l'amicizia. A Sergio,

I miei campioni alla libreria Irnerio

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Questa sera presento i "miei" campioni alla libreria Irnerio, in via Irnerio 27. Si inizia alle 18, senza troppo ritardo accademico. Ci saranno il mitico Civ, al secolo Gianfranco Civolani che mi ha regalato una bella prefazione (" Venticinque storie di sogni accarezzati e realizzati. Venticinque storie che ci fanno sentire tutti più giovani, storie di vecchi fusti che hanno allietato le mie, le nostre e le vostre giovinezze"... bello, no?) e Alberto Bortolotti. E alcuni di quei venticinque: certamente Mauro Checcoli, Giordano Turrini, Giorgio Longhi, Achille Canna, don Arturo Bergamaschi, Federico Girasole, se potranno Renato Villalta, Gigi Serafini, Ennio Mattarelli, Venuste Niyongabo e staremo a vedere chi altri. Aspetto gli amici, quelli che non sono partiti per il ponte dell'Immacolata. E chi avrà voglia di ascoltare belle storie dalla voce dei loro protagonisti.

Basta chiudere gli occhi

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Stanotte ho sentito un grande boato sembrava una bomba chissà... mi ha fatto paura, la casa ha tremato e ha tremato l’intera città La gente per strada, la gente scappava… Non era una bomba quel grande boato ma un tuono lontano laggiù tu questo hai sentito di certo hai sbagliato sono grande, ne so un po’ di più La gente per strada, la gente ballava… Certe volte Miguel certe volte Miguel questo mondo può farti paura per fortuna, Miguel non è il solo che c’è basta chiudere gli occhi Stanotte li ho visti gli aerei nel cielo sfrecciare più in alto e più su non so se era un gioco, oppure era vero ma vorrei non tornassero più La gente per strada, la gente scappava… Stanotte non c’erano aerei nel cielo ma sciami di stelle lassù è questo che hai visto, che hai visto davvero tante stelle giocare nel blu La gente per strada, la gente danzava… Certe volte Miguel certe volte Miguel questo mondo può farti paura per fortuna, Miguel non è il solo che c’è basta chiudere gli occhi Piero Marras

Confessioni di un poeta

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CONFESSO Io confesso che non ho fatto la guerra ed ho parlato alla gente come se fossi un eroe. Confesso: ho parlato per anni perché qualcuno capisse quello che sento. Stasera ti confesso che sono entrato in un porto ed ho cercato una nave che mi portasse lontano. Non voglio più vedere le cose che mi hanno fatto sentire questo silenzio. E sappi che per me passerai la vita così ad aspettare. Stasera ti confesso: non ci capisco più niente, io voglio solo dormire per non vedere nessuno. È tardi per pensare all'amore e per andare sui monti a parlare col sole di noi due e per svegliarsi al mattino con la pace nel cuore. Piero Ciampi