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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

Monique, il sogno possibile

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di Marco Tarozzi Saranno in tanti, a ricordare che le barriere sono fatte per essere infrante. Di più: che sono uno stato mentale, e le loro storie sono messe lì proprio per dare l’esempio. Ci sono le medaglie, è vero, ma c’è soprattutto la forza di convincere il prossimo. Di far capire che lo sport è una porta d’uscita che affaccia sul mondo, soprattutto per chi, dopo un incrocio sbagliato col destino, pensa di aver perso futuro e speranze. Saranno in tanti, questi campioni di sport e vita, dal 3 al 5 giugno a “Happy hand”. Tre giorni di sport e divertimento, recita il logo sul sito ufficiale ( www.happyhand.it , vale la pena farci un giro, per capire il senso dell’evento), in programma a Monte San Pietro. O più precisamente a Ponte Rivabella, in un palasport che porta il nome di un signore dello sport, Jesse Owens. Saranno in tanti, sicuro: da Beatrice Vio, piccola regina della scherma, a Norberto De Angelis, a cui un incidente ha tolto la gioia di essere un fuoriclasse del football

Canzonenoznac

Il leader della parte scura, dietro una barba quasi nera, diceva cose alla sua gente, a voce bassa come sempre; e ricordava cose antiche, proibite ma pur sempre vive, come il martini con le olive. Dal millenovecentottanta anno di grazia e d'alleanza, felice e immobile la gente viveva solo del presente; ma lui a quei pochi che riuniva come una nenia ripeteva quel suo programma che chiedeva. Fosse permesso ricordare, fosse permesso ricordare, poi ricordò che era vietato nel mondo nuovo anche il passato. Il leader della parte chiara, con quella cicatrice amara sul mento a forma di radice, gridava "Abbasso questa paace". Coi pochi giovani insultava la polizia che costringeva soltanto ad essere felici: ed abbatteva e rifaceva palazzi d'arte e di cultura e delle bibite e del niente sì, ma soltanto con la mente; e all'occorenza le prendeva  davanti ai giudici abiurava, ma appena uscito risognava. Fosse possibile cambiare fosse possibile sperare ma la speranza era un dif