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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

Sistemare il passato

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Spostando carte e raccoglitori, è saltato fuori all'improvviso. Fa sempre così, il ritaglio a tradimento. E mi ha ricordato un po' di cose. Quella giornata in Sala Borsa, con vecchi eroi diventati amici che rivivevano emozioni incancellabili. Achille, Carletto, Gigi e tutti gli altri, e Frank arrivato a sorpresa dagli States. Quel regalo che mi fece Giuliano Musi, il direttore. Perché volevo evitare che si parlasse troppo di una roba mia, ma avevano riaperto la Sala Borsa il giorno prima... "Macché solo un pezzo, questo oggi è un evento e ci facciamo una pagina. I'en c.. tù, Taròz..." Quel racconto di Vincenzo Barreca, non il pezzo di un giornalista che parla bene di un collega, no, qualcosa di più. Dentro c'era l'aria buona di quegli anni, di quella redazione che ancora andava di corsa. Dentro l'articolo di uno che scriveva come piace a me. Uno che parlava poco, e per questo allo sport ci compensavamo, e mai comunque ci siamo lasciati an

Non sanno che dentro sono un violino

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E Stunèd Me sin da burdèll “sta zétt, ‘ci stunèd t’a n e l’ urecia” e lòu intènt i cantéva, i cantéva tótt cumè calandri. Adèss ch’ a m sò fat vècc, ch’ u m m’arimpòrta a chènt e a chènt zò par la strèda. “Sa chèntal che pataca ch’ u n sa fè?” E i ne sa che drèinta a sò un viuléin. Lo Stonato Io sin da bambino “sta zitto, sei stonato non hai orecchio” e loro cantavano cantavano tutti come calandre. Adesso che mi son fatto vecchio che non m’importa canto e canto giù per la strada. “Cosa canta quel pataca che non sa fare?” E non sanno che dentro sono un violino. Nino Pedretti