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Visualizzazione dei post da maggio, 2008

L'ultima parola di Ti Jean

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Aspettando Matteo (coming Son, coming soon...) rispolvero in libreria storie già percorse. Tra le mani mi ricapita un piccolo, preziosissimo libro che ancora mi dà emozioni. "L'ultima parola - In viaggio, nel jazz" , Jack Kerouac . I temi più cari a Ti-Jean dentro scritti in gran parte nuovi (all'epoca della pubblicazione, fine 2003) per i lettori italiani. L'emozione deriva dal fatto di aver incrociato, per ricavarne un servizio sul giornale per cui lavoravo e ancora (...) lavoro, la strada del traduttore di questi scritti. Non un traduttore qualunque, ammesso che esistano traduttori qualunque. In questo caso, uno che certamente ha saputo entrare nella poesia in prosa di JK, perché lui stesso animato dalla fiamma della poesia. E' in quell'occasione, ormai quattro anni fa, che ho avuto la fortuna di conoscere Alberto Masala . In archivio ho ritrovato quell'intervista, e ancora oggi mi pare fresca di novità. Chi ama Kerouac, quest'opera deve cercar

La corsa di Daniele

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Ho conosciuto Daniele Bonacini al telefono. Raccogliendo la sua storia per poi raccontarla su Runner's World , sulle cui pagine è uscita in questi giorni. E' un racconto di carattere e determinazione. Di uno che non si è fatto cadere addosso la vita, ma continua a cavalcarla con sicurezza. In mezzo alla sua carriera di atleta, Daniele ha trovato un crocevia. E una data: 1993. Prima era un appassionato praticante di calcio, tennis, surf. Dopo, ha vestito la maglia azzurra alle Paralimpiadi di Atene, a tre Mondiali e altrettanti Europei. Specialista di 200 metri e salto in lungo. Con una protesi alla gamba destra, amputata sotto al ginocchio dopo un incidente stradale. Se l'è costruita lui. Perché da allora Daniele ha coltivato la sua vita parallela. Atletica e studi di ingegneria meccanica. Con un'idea fissa in testa: inventarsi qualcosa che servisse non solo a limare i suoi record, ma a rendere la vita più facile a chi si fosse trovato nella sua situazione. Il risultat

Jack (e Alberto) ad alta voce

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Poeta rivoluzionario, editore, pittore. In prima fila da una vita per dar voce a chi non ha voce. Ascoltando, proponendo, diffondendo. E traducendo parole di speranza e di rivolta. Da otto lingue: italiano e russo, albanese e greco, tedesco e spagnolo, creolo e francese. Un americano del Bronx che San Francisco, anima colorata della West Coast, due anni fa ha festeggiato come Poeta Laureato, dopo decenni di attività, artistica e politica, e fiumi di inchiostro, dopo un centinaio di libri e lunghi, potentissimi Arcani. Un artista che ha attraversato più epoche. Amico di Ferlinghetti&Ginsberg, anima di una controcultura più estrema (e meno borghese, tiene a precisare) della loro. Jack Hirschman è a Bologna. Domani, lunedì 26 maggio, alle sei di sera alla Scuderia di piazza Verdi. Porta versi di libertà, idee che non hanno cambiato il mondo ma hanno conquistato molti cuori e molte coscienze. Due motivi per esserci: naturalmente lui, che racconta con semplicità la sua umana leggenda.

Strettamente personale

Aspettando mio figlio, mi faccio prendere dall'entusiasmo e dai timori. Normale, credo, ma c'è sempre una prima volta e questa è la mia. Mi chiedo se e come sarò in grado di crescerlo, se sarò in grado di proteggerlo senza soffocarlo, se riuscirò a trasmettergli le mie passioni aiutandolo a coltivare le sue. Cerco di leggere lo stretto indispensabile in materia, e di rimettere insieme i frammenti di quello che ho letto in passato. Non entrando necessariamente nello specifico. Anche un romanzo, anche una poesia, anche una frase raccolta al volo può indicarti una strada da percorrere. Ieri ho riletto alcuni scritti di Danilo Dolci . Sociologo, poeta, educatore. Di più: un combattente dell'educazione. Che ha combattuto, intendiamoci, senza armi, se non quelle del pensiero, della parola, delle azioni giuste. Che ha combattutto senza violenza per svegliare le coscienze. Tra le sue parole, ancora così vive, una gemma preziosa: poche frasi per insegnare ad insegnare. Spero di esse

Il giorno del migliore

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Avrebbe sessantadue anni proprio oggi. Un figlio del dopoguerra: cinque fratelli, padre addetto al tornio in un cantiere navale, mamma che lavorava duro alla manifattura tabacchi Gallagher's, per far quadrare il bilancio. Figlio di una città divisa dalla religione, Belfast. Cresciuto, da subito, con un pallone tra i piedi. Di stracci, e poi di plastica, e poi di cuoio. Nei vicoli, e poi sui campetti di periferia, e poi dentro stadi sempre più grandi, sempre più illuminati. Il talento l'ha guidato, la fatica di vivere l'ha dissipato. Era semplicemente un genio. Lo sapeva, ne approfittava, come sempre fa chi sa volare tanto in alto da pensare di non dover mai cadere. Icaro e le sue ali bruciate dal sole, avete presente? Lui, bruciato dall'alcool. Come mamma, quasi trent'anni prima. Lui, meteora appena consapevole: nel Manchester già da ragazzino, debuttante in prima squadra a diciassette anni. Ne aveva ventidue quando alzò al cielo la Coppa Campioni e, di lì a poco, i

La scala dei valori

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Chi paga al poeta una poesia? Un'occhiata in ritardo a un articolo di alcuni giorni fa. Il solito elenco di contribuenti vip & presunti tali dell'anno di grazia 2005, quello che ha provocato sconcerto e indignazione. Bene, indigniamoci allora. Niente cifre (si trovano dappertutto). Solo proporzioni. Alda Merini , poetessa che di poesia non può vivere, guadagna poco più di niente. Costantino Vitagliano , faccia immobile da pubblicità, dichiara una cifra che è 460 volte quella della Merini. Senza rancore: è solo il primo che ho trovato, in mezzo a questo colorato popolo di veline & tronisti, per azzardare il confronto. Così si valutano i talenti, da queste parti, nell'anno di grazia 2005. E in quelli successivi, immagino. Questa è una poesia di Alda Merini Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia legalo con l'intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie. Fa delle tue mani due

Tutto un altro Giro

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Pavel Brutt vince la quarta tappa del Giro. Vittoria russo-bolognese. Ventisei anni, nato a Sosnovy Bor, gareggia ovviamente per la Tinkoff, dove si sente la mano e l'esperienza di Orlando Maini , un direttore sportivo che sa costruire buone cose ovunque pianti le tende. E' la squadra di Orlandone e di Luca Mazzanti : la Bologna che si fa rispettare in carovana. Vittoria d'altri tempi, dopo 180 chilometri di fuga a cinque. Uno solo perduto per strada, dannato dalla sfortuna: David Millar , gloria e ombre nel passato, un presente di annunciata redenzione, tradito dalla catena a 1080 metri dal traguardo. Bici scagliata oltre le transenne per maledire un sogno spezzato. Niente in mano dopo la grande fatica. A proposito di ciclismo d'altri tempi: si trova ancora. Fatto di strade sterrate, polvere, sudore, corse senza tattica, solo cuore. Però bisogna spostarsi in Africa. Al Tour du Faso , per esempio, che è la gara a tappe più famosa, non fosse altro perché laggiù, nel Bur

Grazie, amico Walter

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Giornata nera, giornata in salita. Il destino ti mescola le carte dalla sera alla mattina. Questa mano è pessima. Anche per questo ho voglia di buttare giù qualche riga, aspettando notizie che vorrei a modo mio. Non sempre va così, stavolta ci conto. E ho voglia di ripensare a ventiquattro ore fa, a un amico che è salito da Pesaro a Bologna per festeggiare con me la nascita del "suo" libro. Sembra pubblicità per me stesso, come diceva Norman Mailer. Non lo è. E' vero, è uscito il libro su Walter Magnifico che avevo in testa da otto anni, e già praticamente pronto da sei. Doveva essere pubblicato nel 2002, saltò per problemi editoriali. Meglio così, nel tempo ho trovato le persone giuste e una casa editrice che è preziosa, una "bottega dell'arte" dove puoi ancora trovare sensiblità e competenza. Non so se l'ho raccontata come si deve, ma la storia di Walter è unica. Una vita da campione tranquillo, guadagnando spazio col talento, senza sgomitare, senza ma

Urla nel silenzio

Notizie dall'Italia. I cori degli ultras della cultura rimbombano nei padiglioni della Fiera del Libro. Magdi Cristiano Allam fende a fatica la folla in Sala Travaglio. Scusi, da che parte per l'arte? Corsi e ricorsi: Alemanno dice che Mussolini modernizzò l'Italia. L'elenco è antico: bonifica agro pontino, treni in orario, ecc. ecc. Intorno, guizzi improvvisi: bandiere al rogo, pestaggi a morte improvvisati per noia, nuovi ministri che hanno fatto la gavetta. Da valletta. Il circo è ripartito. Il circo è in movimento. Tutti hanno qualcosa da dire (anche io, vedi...) Molti hanno qualcosa da urlare, puntando il dito. Troppi camminano in diverse direzioni. Seguirli costa fatica. Mi rifugio nell'alcolica triste solitudine del vecchio Ti-Jean Kerouac. 52° Chorus None of this means anything For krissakes speak up & be true Or shut up & Go to bed ovvero Niente di questo significa nulla Su, parla, Cristo santo & di la verità O chiudi quella bocca & vai a le

A proposito di Henry

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Questa la dedico ad Abu Seba , il cui talento di mezzofondista e poi di maratoneta resta indimenticato. Dici che ti ha emozionato la storia di Henry Rono , e allora proviamo ad approfondire. Del boom del 1978, sanno tutti quelli che amano l'atletica. E' storia. Quattro record del mondo in 81 giorni, scrivendo una pagina di storia del mezzofondo: 3000 metri, 3000 siepi, 5000 e 10000. Per noi che di quell'atletica ci nutrivamo, un mito da subito. Quando tornò a rompere il silenzio con un nuovo primato del mondo sui 5000, nel 1981, nessuno poteva immaginare che avesse già infilato la strada per l'inferno. Era già un alcolizzato, anche se nascondeva piuttosto bene il problema. Una discesa inarrestabile, e maledettamente ripida. Lui stesso ha raccontato che quel record dell'81 lo fece poche ore dopo essersi liberato dai postumi di una sbronza ciclopica. Aveva un metodo, il campione. Dormire a lungo dopo le sbornie, correre all'aria aperta per smaltire. Ma col tempo

Ho un amico in Giro...

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Prima di tutto, l'orario: lo ammetto, una cosa che ancora non sono riuscito a fare su questo salotto virtuale è mettere avanti l'orologio a pendolo di cinque ore. Tanto per chiarire che se posto alle 4 del mattino non sono insonne: in realtà sono le 9 e tutto va bene. Ci sto lavorando, giuro. Ci sarà, da qualche parte tra tutti questi "aggiorna" e modifica", un dannato "data/ora", come nella mia sveglia digitale. Se poi avete qualche consiglio da darmi... Domani inizia il Giro d'Italia, numero 91. Parte male. Polemiche per l'invito a Contador (e segnali evidenti di incrinature del fronte Giro-Tour: qui viene, là non può andare...). E Richeze, trovato positivo a una sostanza anabolizzante in una tappa della Sahre, ha già fatto le valigie. Soffre ancora maledettamente, questo ciclismo che pure avvolge di sacrificio e fatica i cuori di migliaia di appassionati. Sarebbe una festa, se il mondo fosse una faccenda meno complicata. Invece, fatica a riso

il buio oltre la rete

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“Il mio gol più bello l'ho fatto da ubriaco”. Ricordiamo: addosso la maglia della Lazio, contro il Pescara. Stagione '92-93. Da ubriaco, però, Paul Gascoigne ha dato tutto indietro alla vita. Fino a toccare il fondo, l'altro ieri: mendicante per strada per comprarsi le sigarette, tra le vetrine brillanti di Mayfair, perché nesuno voleva accettargli la carta di credito. Probabilmente, non un reale bisogno. Certamente una barriera, quella della dignità, oltrepassata senza più misura. Fino alla disperazione, al volersi buttare via per sempre in un albergo di Sloane Street. Talenti bruciati. Che dallo sport hanno avuto “il dono”, roba di lusso, ma non un insegnamento. George Best , che non ha tentato un suicidio “ufficiale” come Gazza, semplicemente perché si è suicidato poco alla volta. Henry Rono , campione delle piste d'atletica che ballò una sola estate e poi affondò nell'alcool, ritrovato a fare l'inserviente all'aeroporto di Albuquerque qualche anno fa,

ladri di biciclette

Hai trentasei anni e fai l'operaio. Lavori per metter su famiglia e casa, e in qualche modo ci stai riuscendo. I quattro muri li paghi col mutuo, si capisce. Tasso variabile, ti hanno detto che "conviene". Ne sappiamo qualcosa, no? "Non ti preoccupare se si stanno innalzando. Scenderanno. E’ normale, è ciclico". Hai trentasei anni e aspetti. Tasso fisso, tasso variabile. Capirci qualcosa. All’improvviso la casa a rate ti costa uno stipendio. Sei al bivio: o mangi e fai mangiare chi ti sta accanto, o paghi la rata. Scegli la prima opzione, e cominci a pensare che presto la tua casa se la porterà via la banca. Hai trentasei anni e l’angoscia ti sta addosso come un odore. E l’angoscia fa fare cose imprevedibili, inimmaginabili. Ti inventi un mestiere. Rapinatore. Ma non è il tuo, lo capiscono anche i clienti dell’ufficio postale dove provi a far quadrare, in un solo colpo, i tuoi conti. Sentono "la voce tremante" , sentono "la paura". Non fa p

punto di partenza

Voglio scrivere, e scriverne. Come se non lo facessi abbastanza. Ma è vero, questo è un modo per ritrovare te stesso, dire a te stesso quello che hai da dire. E a chi ha voglia di conoscerti, se lo meriti. Come tenere i tuoi scritti in un cassetto, solo che questo cassetto non ha la chiave e se qualcuno ha voglia di frugare può farlo. Ecco, il motivo è questo. Semplice, quasi banale. Le idee e gli spunti ci sono, in ordine sparso. Altri ne arriveranno. Certo, bisognerà dare un minimo di continuità. Proverò, senza assilli. Però avevo voglia di partire. E allora eccomi qua.