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Visualizzazione dei post da marzo, 2012

Buon viaggio, Poeta...

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DMANDA U n'è ch'a voi fè di paragheun ma quant che mè a so casch in biciclètta a m sò fat mèl tal còsti tal mèni e sòtta i pi. La dmanda ch'a v faz la è quèsta Chi sòia me? Al mi feroidi al s'assarmèia ma quèlli de Signòur? Insòmma comè ch'a pos sfruté ste dòun d'natura? Pòsi fe di mirècal? A pòsi vend dal madunòini in zòir? Domanda Non è che abbia voglia/ di fare paragoni/ ma quando son cascato in bicicletta/ mi sono rovinato le costole/nelle mani e anche sotto i piedi La mia domanda è questa:/ chi sono io?/ Somigliano le mie ferite/ a quelle del Signore? / Insomma, come posso far fruttare/ questo dono di natura?/ Posso fare miracoli?/ Posso vendere in giro madonnine? Tonino Guerra

Vuoti d'aria

Abbiamo avuto giorni frasi sorrisi molto migliori di questi Abbiamo avuto tempo e pazienza e voglia (bisogno) di capirci E pensa, di tutto questo ora ci restano una chiassosa solitudine e questa assurda paura della solitudine che ci fanno alzare la voce ridere senza senso ad ogni frase anche alle più straniere al nostro cuore Che ci spezzano il ritmo, l'entusiasmo. Che ci riportano qui (solita storia) appoggiati al solito davanzale di silenzio

Grazie per la collaborazione...

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Ora sarò (sembrerò) cattivo. Una collega mi dice: okay, stai fermo un turno, ma a chi non capita? Guardati intorno, tu che scrivi di sport: succede anche agli allenatori di calcio, pensa a quello che l’altra sera era in tribuna d’onore a vedere la partita. A piedi a metà stagione, e quanti lo hanno preceduto? Eppure era lì, a rimettersi in vetrina. Segue la serie dei non mollare, eccetera eccetera. Gentile, sincera. Grazie del pensiero, non era scontato. Tutto vero, quello che dice. Ma sono storie diverse. Prendiamo pure l’allenatore di calcio. Quello da Serie A. Uno: se non è un fesso (lo conosco, non lo è) ha già messo qualcosa da parte per una serena vecchiaia. Due: nel suo mestiere le possibilità di tornare in pista sono cento volte tante rispetto al mio. Anche se ha più anni di me, s’intende. Poi (tre) c’è la questione della lettera. Quella della società, quando ti mette da parte. Ma sì: “Ringraziamo il mister per il lavoro svolto….” Ipocrisia, dite? Ipocrisia, certo, della più e