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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

E non ce ne siamo neanche accorti

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Io ti racconto lo squallore di una vita vissuta a ore, di gente che non sa più far l'amore. Ti dico la malinconia di vivere in periferia, del tempo grigio che ci porta via. Io ti racconto la mia vita, il mio passato, il mio presente, anche se a te, lo so, non importa niente. Io ti racconto settimane, fatte di angosce più che umane, vita e tormenti di persone strane. E di domeniche feroci passate ad ascoltar le voci, di amici reclutati in pizzeria. Io ti racconto tanta gente che vive e non capisce niente alla ricerca di un po' d'allegria. Io ti racconto il carnevale, la festa che finisce male, le falsità di una città industriale. Io ti racconto il sogno strano di inseguire con la mano un orizzonte sempre più lontano. Io ti racconto la nevrosi di vivere con gli occhi chiusi, alla ricerca di una compagnia. Ti dico la disperazione di chi non trova l'occasione per consumarsi un giorno da leone. Di chi trascina la sua vita, in una mediocrità infini

Giorni così

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Sai, è solo che oggi me l'hanno fatto tornare in mente. Delle cose dette e non dette, del dover sempre partire e andare via. Di quel tanto o poco che resta. Del vuoto da riempire, che non basta un giorno di marzo. C'è il sole, però. Si poteva organizzare una zingarata. Stai mo bene, se mai c'è modo, da qualche parte.

Storie di San Patrizio - Il Carrowmena e quei palloni perduti nell'oceano

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L’ultima partita, domenica scorsa, l’hanno persa 5-0. Ma non è questo, il problema. Sono le spese per i palloni, a preoccupare. Anche se ne vale la pena, perché un campo così, dicono orgogliosi, non ce l’ha nessuno al mondo. Lo hanno spianato un chilometro più in là del paese. Da Carrowmenagh prendi la strada stretta che finisce sulla spiaggia di Tremone, affacciata a nord sull’Atlantico. Derry è laggiù, a tre quarti d’ora di macchina. Ma qui sembra già un altro mondo. Qui è il Donegal, dove la gente ti incontra e ti saluta con un movimento secco della testa, che sembra una specie di scatto nervoso. Invece è fratellanza, condivisione. Carowmenagh, in celtico Ceathrú Meánach, faceva circa centrotrenta abitanti al censimento di un secolo fa. Poi hanno smesso di contarsi. Si incontrano alle feste di paese, in chiesa, in questo fazzoletto d’erba che chiamano stadio. E a occhio e croce fanno il conto di chi c’è e di chi è partito. Mettere su una squadra, fatta di locali, è un’i

I nostri libri, il nostro vuoto

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Quanto ci aveva fatto divertire, quel giorno, Darione Marchetti? E quante ne avevamo ancora, da pensare e da scrivere. Quando andasti via, feci molta più fatica a dividere il mondo tra persone normali e sandroni, perché tu c'avevi l'occhio più allenato... Che poi, tanto, chissenefrega, ci saremmo incontrati lo stesso, a pensare libri e poi spararci in macchina a convincere editori che si lasciavano convincere. Sandroni anche noi... E invece no, è andata che adesso restano solo quei libri. Restano almeno quei libri. E' già un anno, accidenti. Ciao, Tatone.

Del perché amo quel vecchio piazzista di Phil Cooper

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Non ha importanza se cerchi di vendere Gesù, o Buddha, o i diritti civili. O come arricchirsi nel settore immobiliare senza rischiare un soldo. Questo non fa di te un essere umano. Semmai fa di te un agente vendite. Se vuoi parlare con qualcuno sinceramente, da essere umano, chiedigli dei suoi figli, scopri quali sono i suoi sogni. Solo per saperlo, per nessun'altra ragione. Perché appena cerchi di prendere le redini di una conversazione, per pilotarla, non è più una conversazione. È un pistolotto. E tu non sei un essere umano, sei un venditore, un piazzista. (Phil Cooper, The Big Kahuna)