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Vent'anni dopo (ma Dumas non c'entra)

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Facevo il collaboratore a Stadio. Con un contratto di quei tempi là, oggi inimmaginabile: fisso mensile, il basket quotidiano e giravo anche l’Emilia scrivendo articoli da inviato. Una collaborazione speciale, di quelle che non esistono più; ma del resto avevo lasciato lì un posto da segretario di redazione, quando si era trattato di spostarsi a Roma. E qui, sfaterei una leggenda metropolitana che ancora mi tiro dietro. Dice: “Eh, ma tu non volevi andarci a Roma…” Sbagliato. Io feci l’azzardo, mi proposi per la redazione. Ci sarei andato eccome. Negoziammo, mi offrirono questa soluzione e gli lasciai in cambio un lavoro sicuro da impiegato, seppur a stretto contatto con la redazione, per fare quello che avrei sempre voluto fare e che già in parte facevo. Ma questa è un’altra storia. Insomma, un giorno di quattro anni dopo, è il 1998, mi telefona Marco Montanari , che io conoscevo da “graduato” del Guerino. Mi racconta di questa iniziativa editoriale chiamata "Calcio 2000&q