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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

Prospettive

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  Guardate quell’anatra sgraziata. Misuratele il passo. Vedete come ciondola, come si trascina indolente, chiamando profondità la sua indifferenza? Eppure - provate ad ascoltarla - parla di leggerezza, di planare dall’alto, proprio lei che non ha mai imparato l’arte del volo. Attraverserà la vita credendosi aquila, contenta del suo misero stagno. Si specchierà nella melma che la avvolge scambiandola per acqua pura, cristallina. Ma vista da fuori resterà quello che è. Col suo goffo incedere più ridicolo che tragico, convinta che ci sia un mondo in quel cortile senza colori.

Impronte

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  Cosa ne faremo un giorno di tutti questi tatuaggi che di ricordi ci riempiono le braccia e ci percorrono il petto di orgogli col tempo decaduti? Come li guarderemo quando stinti saranno e inframezzati da macchie marroni di cellule smorte abbarbicate alle pelle avvizzita? Tenderemo forse i muscoli in un impeto di rimembranza? Respireremo a fondo trattenendo la panza?   Andrea Mitri  

Estiva

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  Cocktail deprimenti e selfie sulla spiaggia. Sorrisi vuoti in favore di camera. Qualche trenino. Tatuaggi e creme solari. Musica di merda. Foto di piatti di pesce, per metà già consumati. Felicità a pagamento. Risate senza fondamenta. Dissertazioni: le scelte del Ct, il nuovo calcio d’Arabia. Stracci che volano sulla terra degli alluvionati. Alluvionati che attendono risposte. Città rovente di afa e silenzio. Solitudini tra quattro mura, senza vista mare. Ferragosto è una festa da lasciare alle spalle. Presto, prima che si può.

Mi parli ancora

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  A Nino Pedretti, che oggi compie un secolo Adesso che ho imparato a leggere il mondo dentro un bicchiere di rosso dimenticato su una tovaglia ruvida, a infilarmi nella pioggia senza ombrello, a sfogliare libri di storia nella corteccia degli alberi, a respirare il profumo selvatico della notte, ad ascoltare le ragioni del cane randagio che assale per paura. Adesso che non ho rimpianti né lamenti da spendere, che mi tengo strette quelle poche frasi appuntate dentro un quaderno logoro, e non le butto più, pensando che chissà, a qualcuno forse un giorno serviranno, se non altro serviranno a me per ricordare chi sono, magari per illudermi di avere tutto chiaro, il percorso, il traguardo, la strada su cui sto camminando. Adesso che sono sempre il bambino di quella foto virato seppia, orgoglioso di stare tra le braccia di mio padre, Nino, adesso ti dico grazie, che a cent’anni mi chiami ancora ogni volta, e mi parli, e la voce è forte, la vita una tavol

Neociclisti

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  Anche i vermi pedalano. Hanno andatura goffa e appaiono sciupati, invecchiati. Ma sarà il caldo, sarà l’afa che rallenta l’azione. I pensieri sono già poca roba, ma lì l’estate non c’entra, è la testa che sbanda. Da sempre, direi. Anche i vermi pedalano. Si impara sempre qualcosa, pure dai brutti incontri.

Camminando

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  Ho ancora vent’anni. Ho sempre vent’anni. Nessun segreto: basta dare il giusto peso al tempo che passa. Magari non corri più un cinquemila sotto i quindici minuti, magari non credi più che "la fantasia cambierà il mondo", perché hai capito che sono troppi a non volerlo. Ma non sono mai stato così pieno di progetti, e per questo ho tante persone da ringraziare, comprese quelle che mi hanno risvegliato dai sogni, comprese quelle che hanno piantato coltelli nella schiena quando ero distratto. Del resto, se ti distrai un attimo è sempre colpa d’Alfredo. Ho scritto una ventina di libri che finiranno al macero, e amen: mentre li scrivevo ero dentro a quelle storie, una volta finiti non li ho più riletti nemmeno io. Avevo altro da leggere. Ho scritto migliaia di articoli, centinaia di comunicati, qualche sceneggiatura. Sono uno dei quattro "ragazzacci" di BOhaus Generation, e questo mi colora la vita. Agli amici resto fedele. Chiedere a Fabio, che è stato il prim

Ad alta voce

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  Quarant’anni che cerchiamo in ogni pietra, in ogni crepa, nelle linee sui muri, nelle macchie sui vetri. Nelle ombre che prima erano corpi, nei silenzi che prima erano vita. Quarant’anni che cerchiamo perché in ogni maledetto buco può rintanarsi una risposta, e le risposte non chiudono le ferite ma aiutano, almeno, a sopravvivere. Quarant’anni che sappiamo quello che ci hanno nascosto, che ci facciamo forza, che contiamo i caduti di una guerra fatta di bugìe, rabbia e dolore, una guerra indegna, una guerra dove il nemico non ha nemmeno il coraggio di guardarti in faccia. Quarant’anni per una verità è sempre troppo tempo, sempre troppo tardi. Scrivetelo adesso, scriviamolo, nero su bianco, chi, come, perché se mai esiste un perché, scrivetelo e non aspettatevi che noi si smetta di gridare, perché solo questo ci è rimasto: gridare, gridare, gridare, per tenere accesa la memoria. Che non ci sarà più pace, e allora ci sia almeno il ricordo, ci sia s

Appunti sparsi

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  Lascia andare le persone che non sono pronte ad amarti. Questa è la cosa più difficile che dovrai fare nella tua vita, ma sarà anche la cosa più importante. Smettila di intessere relazioni e conversazioni complicate con persone che non vogliono cambiare. …Se sei cancellato, insultato, dimenticato o ignorato dalle persone a cui dai il tuo tempo, non fai un favore a nessuno, continuando a offrire la tua energia e la tua vita. La verità è che non sei per tutti e non tutti sono per te. … Più resti coinvolto con persone che ti usano come cuscino, come un’opzione di secondo piano o un terapista per la guarigione emotiva, più tempo ti allontani dalle cose che ti stanno davvero a cuore. Non sei responsabile di salvare nessuno. Non sei responsabile di convincerli a migliorare. Non è il tuo lavoro esistere per le persone e dar loro la vita. Il tuo unico obbligo è capire che sei il padrone del tuo destino, ed accettare l’amore che pensi di meritare. Decidi che meriti amicizia vera, impegno. Ch