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Visualizzazione dei post da maggio, 2009

Brutta gente

Mettere tante divise servire tanti padroni scappare quasi sempre in posti sbagliati recitare troppe preghiere e vedere che intorno c'è sempre c'è sempre troppa una strana allegria superbia piena di malinconia degli uomini ubriachi in miniera. E poi mercanti vestiti di lino che non potranno mai capire che non sapranno ascoltare il canto delle osterie. È brutta gente che cammina e va sporcando la terra. È brutta gente che cammina e va sporcando la terra. E dappertutto vedere gente che guarda stupita come mosche intontite che non vedon neanche la torta e conoscon solo la fretta ma neanche un giorno di festa E se c'è il vino bevon il vino e se non c'è il vino, pazienza. È brutta gente che cammina e va sporcando la terra. È brutta gente che cammina e va sporcando la terra. E un giorno, un giorno come un altro credono di addormentarsi senza capire che c'è sopra c'è sopra un metro di terra (Enzo Jannacci-Beppe Viola)

Il talento di Lansdale

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Il mio amico Francesco Caremani ha incontrato una di quelle persone che vorrei incontrare da tempo. Il texano Joe Lansdale , il papà corrosivo di Hap e Leonard, i detective più improvvisati, geniali, sfigati, avventurosi e inverosimili che mi sia mai capitato di incontrare nelle pagine di un romanzo. L'autore di "Mucho Mojo", "Il mambo degli Orsi", "Rumble Tumble", soprattutto (per me) di "La sottile linea scura" (qui Hap e Leo non c'entrano, ma lo leggo e rileggo, lo assaggio ormai anche a piccole sorsate). Joe il texano, tra gli americani che amo accanto a John Fante, a Thom Jones, a Cormac McCarthy (non solo "Non è un paese per vecchi", ma anche "Cavali selvaggi", "Città della Pianura"), a Richard Brautigan e ai vecchi maestri che non dimentico. Bel colpo Francesco. E grazie per avermi dato il permesso di riportare l'intervista (da "Non è un paese per giovani" , http://francescocaremani.blog

Miro Ferrari, il "Fitzcarraldo" del Cerro Torre

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Si chiamava Casimiro Ferrari . E’ stato il re del Cerro Torre, oscurato dalla ritrosia, dalla modestia innata e dalla figura imponente di Cesare Maestri , coi suoi ricordi di quella salita del 1959 in cui morì il grande Toni Egger , una conquista che ancora alimenta dubbi. Perché il Torre non si lascia conquistare facilmente oggi, e mezzo secolo fa, con le attrezzature di allora, era praticamente impossibile. Anche per un talento come Egger, anche per il numero uno delle Dolomiti, Maestri. Così lascia intendere Reinhold Messner , nel libro "Grido di Pietra" , pur partendo da una giovanile infatuazione per Maestri che tuttora, pur confutando la sua verità "assoluta", resta profondo rispetto. Messner rivaluta Ferrari, che nel ’74 fu, assicura, il primo vero conquistatore del Cerro Torre, con la spedizione dei Ragni di Lecco. Di Cesarino avevo sentito parlare, ne avevo letto. Ma scavando nella sua storia unica, spigolosa, affascinante di uomo innamorato della Patagoni

Maggio (Primo di)

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Il lavoro? Ancora non lo so. Mi hanno preso? Non mi hanno detto niente. E allora? Ti ho detto, non so niente. E allora? Allora non lo so, non lo so, non lo so, non lo so, non lo so, non lo so. Ti ho portato qualche cosa che ti piacerà, ecco il giornale e un pacchetto di sigarette e dietro a me c'è una sorpresa, un ospite, un nuovo inquilino: c'è la mia ombra che chiede asilo perchè purtroppo anche stavolta devo dirti che è andata male. Ma non è successo niente, non è successo niente, fai finta di niente, non è successo niente, accendi una sigaretta, chiudi la finestra e spogliati... Io ti porto a nuotare, ti faccio vedere la schiuma bianca del mare, niente suoni, io e te soli io e te soli, io e te soli. Ricordi quel mattino? Quando sono venuto a prenderti per andare a sposarci e quando siamo entrati in quell'ufficio... tu mi hai detto "ma dove mi hai portato?", Ho detto "eh... ti ho portato qui per sposarti" e tu ridevi, poi a poco a poco sei diventata s