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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

Anniversario

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  Non ti ho fattogli auguri di buon onomastico, tre giorni fa. Non era da noi farceli, e infatti da “cinno” un po’ ne soffrivo. Ma come, mi chiedevo guardando i miei compagni, questi oggi stanno a casa da scuola grazie al mio santo protettore, grazie al mio nome, e nemmeno ringraziano? Poi mi hanno spiegato che tutto dipendeva da cose più importanti: il mondo che tornava a respirare, i partigiani, l’Ammerica più vicina, la libertà. Comunque, ho aspettato oggi. E’ il giorno in cui, da sempre, ripenso alla tua vita. Anche allo spreco di una intelligenza viva che, per timidezza o fatica, hai deciso di sbriciolare, rinchiudendoti tra quattro mura. Alle tue solitudini, a certe rabbie che non hai mai esternato. All’impazienza che mi prendeva quando pensavo che così ti buttavi via, che alla fine diventava spesso insofferenza. Siamo stati vicini e lontani, per dirla col bravo presentatore. Ma siamo fatti della stessa pasta, e più passa il tempo più ti assomiglio. Nei silenzi, nelle fughe da

Saltimbanchi

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  a G.C. Ho visto l’ispiratissimo poeta da social declamare ad alta voce con una benda sull’occhio, un cappello da pirata dei Caraibi e l’immancabile ghigno acchiappalikes. Lui ha capito il mestiere. Si occupa di fallimenti quotidiani gridando i suoi versi motivazionali. “Tu sei” . “Tu vali” . “La colpa è di chi non ti vede, non ti percepisce” . Insomma tu, e ancora tu, e tu, tu, tu. Questo gli viene chiesto. Nessuno ha più il coraggio, il piacere di camminare in silenzio nella vita, bisogna pur colorare la banalità che ci avvolge, renderla unica ed entusiasmante. Lui, il pirata, si destreggia tra psicanalisi e rime sparse, un babbo buono per menti irrisolte, e si prepara alla prossima serata sorseggiando capirinha allungato con acqua di fogna. Ma poi, niente, mi segnalano dalla regìa che forse fingo sguardi distaccati per mascherare invidia. Nel dubbio corro al bazar made in China e mi compro un naso da clown di un bel rosso sgargiante, e poi mi

Una cosa bella

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  Cose belle, nella vita, ne hai fatte? Cose in cui hai creduto e credi? Una, forse, più di tutte. https://www.facebook.com/BOhausGeneration https://www.youtube.com/@BOhausGeneration-md1pp

Indaffarato a vivere

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  Indaffarato a vivere ti hanno detto che agitarsi fa bene trotti ogni giorno di più inciampi sempre più spesso. E sei gonfio di bile e tossine di piccole invidie e rancori, grasso di tutti gli odori che non riesci a annusare. «Questa è la vita – dici e povero me che ti vedo sempre più ottuso e più stanco eccitato da qualunque sciocchezza. TITO BALESTRA   Cent’anni fa oggi, nasceva Tito Balestra. In esemplare unico e irripetibile.

Tabaccheria

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  Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo. […] Il mondo è di chi nasce per conquistarlo e non di chi sogna di poterlo conquistare, anche se ha ragione. Ho sognato di più di quanto Napoleone abbia realizzato. Ho stretto al petto ipotetico più umanità di Cristo. Ho creato in segreto filosofie che nessun Kant ha scritto. Ma sono, e forse sarò sempre, quello della mansarda, anche se non ci abito; sarò sempre quello che non è nato per questo; sarò sempre soltanto quello che possedeva delle qualità; sarò sempre quello che ha atteso che gli aprissero la porta davanti a una parete senza porta, e ha cantato la canzone dell’Infinito in un pollaio, e sentito la voce di Dio in un pozzo chiuso. Credere in me? No, né in me, né in niente. Fernando Pessoa (ph. “July in Lisbon”)

Tragitti

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  Il dottore gli aveva parlato chiaro. Quell’affare era partito dentro la testa, poi ci aveva messo niente a farsi strada. Le solite rassicurazioni, si capisce, perché certe bestie bisogna combatterle, così gli aveva detto. Allora Antonio ha passato quei   pochi mesi sugli autobus. Partiva dalla fermata sotto casa e tirava dritto al capolinea, guardando quel piccolo mondo dal finestrino, e se pioveva gli piaceva anche di più, la gente aveva addosso l’odore del bagnato e le strade luccicavano come stelle di seconda mano. Arrivava in fondo e prendeva un’altra linea, e poi un’altra. Ci passava interi pomeriggi, tornava a casa che era già buio. Quando gli ho chiesto perché non ha trovato risposte, ma credo che stesse buttando dentro tutti gli attimi e gli angoli così, alla rinfusa, cercando di non perdere più niente lungo la strada. Non era più tempo di smarrire qualcosa per sempre. Ed erano facce incazzate, facce tristi sorrisi sghembi, occhi perduti de

Date e ricorrenze

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  Due anni dopo tutto resta immobile. Il dolore è dolore. I vigliacchi sono tutti al loro posto, le maschere coprono ancora falsità e cattiveria. Vanno alla grande i restauri di verginità, ci si salva ancora l’anima fingendo stupore, paura, compassione. Funziona sempre: la coscienza è lavata e “incipit vita nova” , anche se basterebbe uno sguardo attento per accorgersi di certe vite sporche da fare schifo, altro che nuove. Due anni dopo non c’è traccia di vento, l’estate fa il suo mestiere, non si contano le risate o i discorsi futili, né l’inutilità di certe facce. C’è di buono che invecchiano, appassiscono, seguono percorsi miserabili e banali. Ma è un fatto: il vuoto resta vuoto, la merda resta merda. Due anni dopo, poi chissà.