Delle tue brame
E alla fine, guardati.
Ti commuovi ascoltando canzoni
scritte male da altri,
ti affascina
un poeta da social
che ruba frasi ad effetto
dagli involucri dei cioccolatini
e si nasconde
dietro a un soprannome
che qualcuno ha portato addosso
molto meglio di lui.
Ma basta che ti dica
che sei unica e speciale,
che spacci per sensibilità
tutti i tuoi fallimenti.
Ma sì, continua a guardarti.
Che cancelli senza rimorsi
e non conosci più gesti civili
come un saluto, un sorriso.
Che sei madre senza merito
e ancora non hai imparato
il mestiere, e consegni
pacchi come figlie, figlie
come pacchi, abbagliata
dalla luce gelida
di un cellulare.
Ecco lo specchio, guardati.
Prima o poi doveva succedere
di incrociarne uno,
che ti sbattesse in faccia
tutta quella arrogante
inadeguatezza.
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