Riabilitando


Camminare tra gli angoli meno affascinanti del rione.
Il portico dei negozi abbandonati, l’ultimo cinema a luci rosse, il benzinaio più orefice della città. Il bar del terrore, il portone degli incontri furtivi, il negozio di ortopedia che comunque grazie, ho già tutto…
 
Appoggia stampella, carica su gamba operata. Procedi. Passi sempre più lunghi. Non ancora ben distesi.
Quattro/cinquemila passi. Due volte al dì. Non necessariamente a digiuno.

«Okay, ma i tempi morti? Che fai nei tempi morti? Non ti informi su quello che accade intorno?»
«Accade. Ed accadrà, comunque. Informarmi mi destabilizza. Mi disinforma».
«Che ti resta?»
«Ho ripreso a leggere. Gente che merita. E a rileggere. Sai, una storia non è mai uguale a sé stessa. Ed è un’occupazione lodevole. Non ti fa cadere in tentazione»
«Quale sarebbe, la tentazione?»
«Scrivere. Così, come fan tutti. Buttare il tempo per sentirsi vivi. Sfoggiare talenti improbabili. Lavorare al romanzo della vita, a dispetto degli altri»
«Leggere per evitare di scrivere?»
«Quando possibile. Anche la foresta amazzonica, a modo suo, ringrazia».


 


 

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