Alla deriva
Oggi mi costa fatica
scrivere di cose di sport, di sviste arbitrali o di obiettivi da raggiungere.
Penso che vivere è solo questione di fortuna.
Essere nati dalla parte giusta del mondo. Aver vissuto nell'era in cui, per
decenni, in fondo ci si ricordava cosa è una guerra, e si faceva di tutto per
tenerla lontana.
Essere quelli che a parole avrebbero reso il mondo
un posto migliore, ma poi si sono addormentati, o qualcuno gli ha spento per
bene i sogni. E alla fine ci siamo accontentati. Di cambiare casa, macchina, di
una tv ultratecnologica che nemmeno accendiamo, di una bevuta tra amici
ricordando quanto eravamo rivoluzionari.
Penso a mio figlio. Che a diciassette anni ha un
talento che alla sua età nemmeno sognavo. Che meriterebbe il futuro che non
abbiamo saputo costruire, per lui e la sua generazione.
Mi sento in colpa. Mi sento inutile. Mi sento sbagliato
in un mondo sbagliato. Dove c'è ancora chi pensa che la soluzione sia alzare un
muro e lasciare fuori tutto il male.
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