Ho un amico in Giro...
Prima di tutto, l'orario: lo ammetto, una cosa che ancora non sono riuscito a fare su questo salotto virtuale è mettere avanti l'orologio a pendolo di cinque ore. Tanto per chiarire che se posto alle 4 del mattino non sono insonne: in realtà sono le 9 e tutto va bene. Ci sto lavorando, giuro. Ci sarà, da qualche parte tra tutti questi "aggiorna" e modifica", un dannato "data/ora", come nella mia sveglia digitale. Se poi avete qualche consiglio da darmi...
Domani inizia il Giro d'Italia, numero 91. Parte male. Polemiche per l'invito a Contador (e segnali evidenti di incrinature del fronte Giro-Tour: qui viene, là non può andare...). E Richeze, trovato positivo a una sostanza anabolizzante in una tappa della Sahre, ha già fatto le valigie. Soffre ancora maledettamente, questo ciclismo che pure avvolge di sacrificio e fatica i cuori di migliaia di appassionati. Sarebbe una festa, se il mondo fosse una faccenda meno complicata. Invece, fatica a risollevarsi.
Ho un amico in Giro per l'Italia. Ha sulla schiena il numero 213, ha un passato e un presente che parlano per lui, cose in cui credo. Ha dieci vittorie alle spalle, graffi di una carriera costruita sulla volontà, sulla fatica, sull'affidabilità. Ha esperienza da vendere e, "invecchiando" bene, sempre più voglia di lasciare segni del suo passaggio. Ha corso otto Giri d'Italia e ne ha conclusi sette, fermandosi una sola volta per i postumi di una caduta. Ha 34 anni, due maglie azzurre ai Mondiali nel cassetto, un atteggiamento positivo verso la vita. E un bambino che si chiama Matteo, proprio come si chiamerà mio figlio.
Ho un amico in Giro per l'Italia. Ha sulla schiena il numero 213, ha un passato e un presente che parlano per lui, cose in cui credo. Ha dieci vittorie alle spalle, graffi di una carriera costruita sulla volontà, sulla fatica, sull'affidabilità. Ha esperienza da vendere e, "invecchiando" bene, sempre più voglia di lasciare segni del suo passaggio. Ha corso otto Giri d'Italia e ne ha conclusi sette, fermandosi una sola volta per i postumi di una caduta. Ha 34 anni, due maglie azzurre ai Mondiali nel cassetto, un atteggiamento positivo verso la vita. E un bambino che si chiama Matteo, proprio come si chiamerà mio figlio.
Parte il Giro d'Italia di Luca Mazzanti, bolognese che ama le strade della Val di Zena e si confonde allegramente con i cicloamatori quando le percorre. Uno che fa bene il suo mestiere. Spero che prenda sempre il vento giusto, in questi giorni.
Commenti
Secondo me se passi dal ciclismo al basket l'aria diventa rovente...
Va mo la: lo spunto per un raccontino stile Guareschi. Ricordando che il buon Tarocci (pubblicità occulta) ha vinto il premio Guareschi nel 1997. Per cui acquistate il libro Semplicemente Magnifico. Così Tarocci è più contento e tranquillo anche per Matteo...
cz
Frankie
Nel Giro del nostro amico Mazzantino, e tu sai quanto mi costi non poter curare il suo diario sul Domani. Per fortuna che è in buone mani. Ci sta provando, ma è spesso lasciato solo e chi vuole vincere mena come un fabbro. Aspettiamo.
Forza Luca e forza Taroz, sempre numero uno!
Bartolino.