Planare dall'alto

 


E tu, dimmi, credi davvero di saper volare? Di avere questa forza, come dici, di planare dall’alto?
Tu, che non sai chiudere una storia come si dovrebbe? Tu, che parli di “recriminazioni” se uno ti dice, semplicemente, che è stato qualcosa di diverso quello che hai vissuto, e che forse dovresti ricordartelo? Tu, che non conosci la parola "grazie", nè la parola "scusa"?
I tuoi voli sono tentativi ridicoli di alzarti da terra. Vivi bene dentro tutta questa banalità, e per carità, probabilmente ci vivrai felice tutto il resto della tua vita.
Perché è la tua dimensione. Perché è di questa banalità che fai parte.
Vero, leggi parole profondissime, di gente che ti fa credere di essere qualcosa di unico e speciale. Gente che non sa il danno che provoca, in certe menti irrisolte.
Però due parole, cazzo, due parole tue, autentiche, non ti escono. Non c’è verso. Vivi di frasi fatte, vivi di sponda.
Altro che recriminare. Questo niente dove abito è una vetta himalayana, se guardo quel piccolo mondo in cui ti dibatti. Che già tante volte ti è andato stretto. Che già troppe volte hai misurato male.
Che chissà, forse adesso dovrai farti bastare.
Poteva andare diversamente, oppure chissà.


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