Ne usciremo migliori...

 


Dovevo vederla, questa. L’Open Day delle vaccinazioni. La gente in fila dalla sera, come prima di un concerto rock anni ’70 (perché adesso, anche quei biglietti lì si acquistano su internet). Tra speranza, voglia di liberarsi in fretta dall’incubo, incertezza totale.

Coda chilometrica sotto il sole, qualcuno già incazzato all’ora della colazione, perché non è mica vero che “ne usciremo tutti migliori”, qualcuno resterà la testa di cazzo che era prima.

Leggo, notizie in diretta: “Fuori dall'hub si è creata tensione per la gestione della fila, con persone che, dicono i presenti, l'avrebbero saltata cercando di passare avanti. A ridosso dell'ingresso dell'hub insulti e spintoni. Sono intervenuti i Carabinieri”.

Ma guarda. Ma strano, davvero. E gli assembramenti? E se uno mi sputa, devo chiedergli se ha fatto il tampone?

Volontari a sbattersi per raddoppiare le dosi, a farsi il sangue amaro per sedare le tensioni, a prendersi insulti gratuiti da chi “lei non sa chi sono io”, e invece certo che lo so, sei un cazzone senza storia e senza futuro.

Non so, non capisco. Un “piano vaccinale” non dovrebbe avere bisogno di giornate come questa. Mi sembra una roba da Armata Brancaleone, da Terra dei Cachi. Ma sbaglio, lo so. In qualche modo è il futuro, bellezza.

Buona festa della Repubblica.


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