Vi racconto i miei campioni



Quest'anno ho esagerato. Tre uscite. A maggio “Semplicemente Magnifico”, biografia di Walter Magnifico. Era nel cassetto da anni, un tributo a un amico vero che andava solo rispolverato un po'. Poi, l'instant book sulla promozione del Bologna, assemblato in due giorni e uscito in sette. Un record, e per di più direi un bel libro: merito degli scatti dei fotografi bolognesi (Rebeschini, Sgamelotti, Schicchi, Giuliani, Puggioli) e del lavoro dei colleghi che mi hanno messo a disposizione i loro testi.
Ora, finalmente, i miei campioni. Lunghe interviste nate sulle pagine del quotidiano per cui lavoro, a cui ho aggiunto quelle raccolte in questi mesi, con un'idea che il mio editore ha subito raccolto e condiviso.

Ringraziamenti: a Giorgio "Matitaccia" Serra per lo splendido disegno di copertina, a Civ per la prefazione alla sua maniera, a Renato Rizzoli per le parole d'amicizia, alla passione che guida la comunità di Minerva.
Così, diventa il quinto libro. Il primo che ho potuto dedicare a mio figlio. Con storie vere, appassionate, piene di umanità.
Ecco i criteri di scelta, spiegati nelle poche righe di presentazione, e l'elenco dei venticinque che hanno scritto pagine di storia dello sport a Bologna.

LA VOCE DEL CAMPIONE – 25 storie di sport e passione all'ombra delle due torri
Marco Tarozzi - Minerva Edizioni, 2008
Ne ho incrociati venticinque. Partendo dalle pagine di un giornale con un solo progetto preciso: ascoltare storie, provare a raccontarle. Per cercare di dimostrare che i racconti di sport, quelli veri e intensi, non hanno una precisa collocazione temporale. Resistono a tutto: alle mode, al tempo che passa, alla polvere dell'oblìo. Ne ho pescate venticinque, viaggiando tra una disciplina e l'altra e tra un decennio e l'altro. Al giornale mi sono fermato intorno alla quindicesima, le altre le ho inseguite per diletto, certamente per curiosità, perché volevo vedere dove mi avrebbero portato. O magari perché alcuni nomi mi riaccendevano ricordi d'infanzia, di primissime passioni, di chiacchierate familiari che non torneranno e che rimpiango, e volevo vedere cosa avrei trovato dietro una foto, un risultato, un ritaglio di giornale. Un po' alla volta, mi sono accorto che avevo infilato una strada piena di vicoli e anfratti da esplorare, ma con uno scenario immutabile sullo sfondo. Bologna.
Dentro questi racconti, o interviste, o favole di sport, chiamatele come preferite, c'è una città che forse si è fatta un po' più disattenta e cinica, negli ultimi anni, ma ha ancora guizzi di un entusiasmo antico. Quello che portava sessantamila persone allo stadio per vedere boxare Checco Cavicchi. Altri tempi, direte: oggi sessantamila li richiama soltanto Vasco Rossi. Dentro queste pagine ci sono campioni e talenti nati a Bologna, o appena fuori città, e altri che hanno scelto di venire qui per realizzare i propri sogni, ma il bello è che una volta appesa al chiodo la loro vita sportiva non se ne sono più andati e hanno messo radici. Ci sono atti di coraggio, come i viaggi di “Toro” Rinaldi e Paolo Cimpiel verso un'America che un tempo, più di trent'anni fa, era difficile anche da immaginare. C'è don Arturo Bergamaschi, prete solare e felice che sale ad alta quota per sentirsi più vicino a Dio. Ci sono perle sfavillanti: gli ori di Ennio Mattarelli, Mauro Checcoli, le medaglie di Manu Pierantozzi e Giordano Turrini alle Olimpiadi. C'è la fedeltà alla bandiera (che davvero sembra un'idea lontana anni luce) di Picchio Orlandi, anima Fortitudo, e la forza di Dado Lombardi nel fare, anche per amore di Bologna, il primo salto di sponda in un posto che si nutre di rivalità stracittadina. C'è la volontà di un ragazzo d'Africa, partito da un villaggio sperduto del Burundi per conquistare un oro olimpico che è storia per la sua nazione: Venuste Niyongabo ha vinto la sua medaglia prima di conoscere Bologna. Ma quando è arrivato qui, anche lui si è sentito a casa. Ci sono venticinque personaggi che mi hanno regalato umanità, allegria, passione, commozione. Il massimo, per chi vuol scriverci storie. Spero di raccontarveli come si deve.
LE STORIE - don Arturo Bergamaschi, Achille Canna, Francesco Cavicchi, Mauro Checcoli, Pierfrancesco Chili, Paolo Cimpiel, Kurt Diemberger, Franco Farnè, Helmut Haller, Federico Girasole, Donata Govoni, Gianfranco Lombardi, Giorgio Longhi, Orlando Maini, Ennio Mattarelli, Venuste Niyongabo, Giampaolo Orlandi, Ezio Pascutti, Emanuela Pierantozzi, Gino Pivatelli, Alberto Rinaldi, Gigi Serafini, Giordano Turrini, Renato Villalta, Vittorio Visini.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ottimo libro, per lavoro come sempre (consiglio: compratelo prima che vada esaurito). Un solo dubbio, anzi due. Siccome lo vedo come un libro molto bolognese, anche stanziale, faccio fatica a capire la presenza dell'alpinista crucco e di Haller, che pure qua ha vinto uno scudetto del quale, a distanza di 44 anni, ancora si parla. Per esempio avrei messo gli Amici, padre e figlio. Il primo è tuttora un guru del ciclismo, il secondo è stato (e il suo tempo resiste tuttora) l'uomo più veloce delle Due Torri. Pazienza, vorrà dire che lo metterai nel prossimo volume, quando ti occuperai anche della regina del martello, ovvero Ester Balassini.
Dimenticavo: il titolo è bellissimo. Bravo, azzeccato, c'è proprio tutto. Si vede che ci hai pensato molto
marco tarozzi ha detto…
E bravo Giovannino, che mi ricordi un ringraziamento che mi era sfuggito. Per il titolo: la mia idea provvisoria era pessima, per quella definitiva dico grazie al mio amico Alessandro Gallo. E' farina del suo sacco
Anonimo ha detto…
Quel cialtrone di Gallo. Non ci credo nemmeno se lo vedo. Comunque insisto: il tuo volume è molto bello (crucco a parte) e servirebbe un adeguata copertuna della famiglia Friens
Anonimo ha detto…
E, poi, comunque, mi vengono in mente altri personaggi. Nino Pellacani, Dan Gay, Roberto Brunamonti, Charlie Caglieris, Dan Peterson, Mauro Di Vincenzo, Sergio Scariolo, Ettore Messina, Renato Albonico, Gianni Bertolotti, Franz Arrigoni, Dante Anconetani, Ettore Zuccheri, Meo Sacchetti...
Col che si capisce la mia passione verso la pallacanestro

Post popolari in questo blog

Bonatti, un grande italiano

Lacedelli, antieroe nella leggenda

Perché vivo