Forse è vero che invecchio
Forse è vero che invecchio. Hai presente? Quegli strani
cigolii, quei percorsi sbilenchi, quei pensieri affaticati, quella memoria che
scivola su nomi e ricorrenze. Ricordo quando dicevo preoccupato a mio padre: “Non
so, è un dolore strano, non mi era mai venuto prima”. Lui rispondeva con un
sorriso divertito: “E vedrai da adesso in avanti…”. Alla fine, mi faceva
smettere di pensare, e attaccavamo la solita tagliatella del mercoledì.
Forse è vero che invecchio. Ma intorno cerco sempre molti colori, molta musica
e mai uguale a sé stessa, molte cose da fare, fosse anche per non pensare
troppo. O semplicemente perché ho paura di fermarmi. Ho paura di vedere dove va
il mondo. Ho paura per mio figlio. Ho paura quando sento dire che “ora inizia
una delicatissima partita a scacchi”, e le immagini mi mostrano una fila lunga
chilometri e chilometri, di gente che scappa dalla morte, senza nemmeno chiedersi
più dove sia la libertà, o se mai ci sia la libertà da qualche parte. Hanno
lasciato a casa anch la scacchiera, loro: hanno portato quel poco che sono
riusciti a infilare nello zaino, in una borsa, in un carrello del supermercato.
Forse è vero che invecchio. Anche quando mi sento proprio uguale a quel “cinno”
che portava in piazza i suoi ideali. Quando dico che dentro non sono cambiato.
Invece significa solo che è passato tutto così in fretta che non ho fatto in
tempo a cambiare.
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