La parola perfetta

 


Perché non chiamare le cose
col loro nome?
Merda.
Perché ci sono momenti di merda
e persone di merda. Gente
che piange e cerca conforto
e poi all’improvviso
si sente invulnerabile, si crede
migliore, dice di non avere nulla
di cui vergognarsi.
E allora inizia a parlare
di leggerezza, che  - per carità -
non va confusa con superficialità,
ci mancherebbe. Ma ogni volta
che ne parla o ne scrive si capisce
che serve per trovare alibi
all’insicurezza che ancora l’avvolge.
Però niente, non c’è verso
di farla riflettere, o pensare
al male che provoca per sentirsi bene.
E allora puoi trovare
tutte le parole del mondo
per definirla: gente immatura,
incerta, a mezza via, abituata
a camminare sui crinali della vita.
Gente che avrebbe bisogno e crede
di bastare a sé stessa, gente pronta
a incolpare il prossimo della sua inadeguatezza,
gente che fa figli per dare un senso
al vuoto che la divora.
Ma perché perdere tempo a sfogliare
le pagine di un dizionario? C’è una parola
così semplice, così chiara e precisa
per spiegare le cose.
Merda.
Merda che si affoga di profumo
per non farsi scoprire. Che non sa dire scusa,
che non sa dire grazie, che non sa
nemmeno di esistere a vuoto.
Merda e basta. Non è poi
così complicato, accidenti, non è poi
così difficile.

(mt)


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