Il Dottor Sensibile




Che mi dici del caro vecchio Dottor Sensibile?
Anche oggi ha partorito
quella sua specie d’amore
che non prevede sfumature, non accetta
ritardi o cambi di direzione?

Il suo progetto prevede
una casa più spaziosa,
un cortile con l’altalena,
il barbecue per collezionare
i rutti degli amici alla domenica,
qualche cacca di cane da pulire,
il lastricato che quando piove
col cazzo che le scarpe s’infangano.

Ah certo, anche
il cancello automatico
che riconosce il timbro vocale,
e la recinzione in ferro e metallo zincato,
che ogni volta che guarderai fuori
un po’ ti farà persino paura
la libertà.

Avrai quello sguardo lì, un po’ spento
che il Dottor Sensibile ti rinfaccerà
senza nemmeno cercare di capirlo
perché proprio non c’è niente che non va
e chi ti capisce è bravo.

Alla domenica, di ritorno dalla messa,
una chiacchierata coi vicini
su quel viaggio che ha sempre in mente
e non farà mai, e il pranzetto, che altrimenti
che domenica è?

E ti dice ora basta
con quella faccia persa
in chissà quali pensieri, torna tra noi
Ma il problema è che lì,
dove vuole che torni,
non c’è niente che dia ritmo,
non un’emozione, un lampo,
una sana inquietudine.

Che se questa è la vita,
cazzo, tocca sorriderle,
mentre invecchi dimenticando
una volta per tutte
cosa cercavi, e chi sei.
Fai come il Dottor Sensibile,
un’alzata di spalle e via, che tanto
è un dannato fastidio, capirsi,
una inutile perdita di tempo.

(mt)



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