Ultime dal mondo segregato
Il giaccone stazzonato, come questa notte senza luna e senza sogni. La faccia, dai, non la voglio neanche vedere, ma la immagino, come dopo una notte di vino cattivo e paure. Invece niente, qui non c’è neanche un bar aperto, non c’è nemmeno una luce, girano spettri peggiori di quelli che fanno baldoria nella mia mente. La coperta è una sciarpa arrotolata male, la finestra non serve, qui è tutto un vetro, e domattina almeno avrò un’alba gratis. E avrò tempo per pensare a te chiusa, blindata, bendata, annichilita dalle consuetudini, che non puoi nemmeno allungarmi una mano, sposteresti i mobili, gli usi, i costumi. Ma almeno ti penso addormentata, senza sogni è meglio, serve a riprendere fiato. Tutto semplicemente vuoto. Qui di sera i fari illuminavano il diamante, si sentiva il colpo secco della mazza e la gente del baseball che ritmava la corsa a casabase. Smetterò di pensare ogni occasione come unica, e a quelle perse come uniche e perse. Verrà al...