Prima di voltar pagina...


Insieme abbiamo scritto pagine e pagine di sport, raccontato storie, riempito sommari e boxini nella buona e nella cattiva (ma sempre troppo, troppo dipendente dai colpi di genio altrui…) sorte.

Vincenzo Barreca e Marco Merlini, i grandi ufficiali in campo. Diversi soprattutto in una cosa. Uno non lo senti mai, l’altro lo senti sempre. Come me, del resto. Tratto comune: grandi professionisti, gente che sa di sport, “belle penne” si direbbe. Gente viva, intelligente. E certo, all’inizio fu Vinnie Di Schiavi, che accettò di dividere la fatica con me quando non mollai subito Calcio 2000: finì che ci sentivamo al telefono e ci davamo il cambio, a sera. E in quei tempi per me gli orari erano 9-13 e 14-19 alla Cicogna, 19.30-chiusura in via Lame. Bel delirio, e che bella febbre avevo addosso.

I luogotenenti, nel tempo: l’aristocratico Luca Muleo, che arrivò dicendo “mi piacerebbe fare questo mestiere” e non lo salvai, e il proletario urbano inglese Michael John Lazzari, che iniziò raccontando il tennis e dilagò, gran segugio da campo e frequentatore di calcio sul web. L’elegante Gilberto Grassi, mai un capello o una parola fuori posto, che fu il “primo dei fuori podio” (a un passo dall’assunzione quando tutto iniziò a franare…) e l’onnipresente Antonio Manco, scrittore elegante. Dei quattro, uno solo (MJL) è diventato professionista, tutti lo sono fino in fondo al di là dei titoli e dei pezzi di carta.

La squadra speciale della domenica, negli anni d’oro: Filippo Benni, Luca Sancini, Cristiano Zecchi. I miei moschettieri, che aspettavano quel “buongiorno un cazzo” come il fischio della nave che salpa, ogni domenica.

Lo schiacciasassi Simone Motola, con il suo basket dall’A alla Z “chiavi in mano”. Uno di noi, sempre e comunque uno di noi.

Quelli che ci sono passati, che abbiamo saputo scegliere e non abbiamo potuto trattenere. Ma molti sono partiti da qui. Da noi.
Daniele Baiesi, che gran talento, Luca Aquino, Roberto Lamborghini, campione di razza che un giorno dovendo andarsene (aveva ed ha la vista lunga) consigliò un megatifoso rossoblù che infamava i brocchi al rientro dalle trasferte più vergognose, tale Federico Frassinella
Andrea Bartoli, cantore di corsa e ciclismo. Gente di campo, esperienza e cuore come Carlo Orzeszko e Romano Stagni. Enrico Faggiano con la F nell’anima, Miro De Giuli, Marcello Giordano, Bruno Trebbi, Maurizio Rizzi, Valerio Roila. Fino a Mirko Ristauri, che almeno ha provato l'ebbrezza senza restarne intrappolato...
Firme autorevoli e amiche: Enrico Campana, Maurizio Roveri, Fabrizio Pungetti, agli inizi anche il “Dema”, Marco De Marchi.

Quelli della domenica sui campi: Paolo Amabili e Glauco Guidastri, gran narratori, Walter Marzocchi e il suo superlavoro iconografico: è l’uomo che ci ha costruito anno dopo anno un archivio serio del calcio minore. E Paolo Natalini, l'uomo dei derbies, Giovanni Baiano, Franco Casadio, Alessandro Tanassi, Marco Patuelli a Imola, i ragazzi di Motola nei palazzetti.

I fotografi: Davidino Lolli, Rudi Giuliani, Dudu Puggioli, Sgamella, la Ross Santosuosso, Roberto Villani e i suoi scatti rossoblù, più uno che non cito e lui sa perché, ma ringrazio tanto.

Momenti: il periodo “over 60 a settimana”: 32 pagine al lunedì, inserto di 16 al giovedì, più le 4/5 quotidiane. Le spaginate-intervista e i forum, quando si poteva invitare gente rappresentativa e c’era anche un posto decente dove farla sedere. L’inserto sui cent’anni del Bologna e le mail di ringraziamento assortite che conservo. Il volo in paracadute di Barrek e il giro da strizza di MJL sulla Ferrari di Thomas Biagi (guidava Biagi, s’intende). Il diario di Luca “Mazzantino” Mazzanti al Giro d’Italia (e adesso che farai, Luchino, a chi scriverai mentre pedali per la penisola?...). Lo scudetto della Fortitudo (il secondo, l’ultimo) e quelli dell’altra F, nel baseball. La Grimaldi sul mondo. Il Bologna di Gazzoni, quello di Cazzola, quello di Menarini, le incredibili avventure di Capitan Porcedda e la “toccata e fuga” di Zanetti. E poi la pace (la pace?) guaraldiana. La rinascita di Alex Zanardi e i trionfi dei campioni bolognesi che abbiamo seguito, amato, raccontato. La prima esclusiva, secondo giorno d’uscita, con Alfredo Cazzola già fuori dalla Virtus e ancora lontano dal Bologna. Le corse e rincorse, inseguendo notizie per i nostri lettori, pochi o tanti che fossero non contava.

Questo siamo stati. Queste erano le facce da sport del Domani.
Grazie a tutti, ci rivediamo lungo la strada.

Il Taroz

Commenti

Anonimo ha detto…
con quasi tutti ho avuto la fortuna di condividere tempo ed energie, fatica e delusioni, opinioni diverse e soddisfazioni comuni."buchi", presi (pochi) e dati (un po' di più). con molti un'amicizia che va al di là, ed al di sopra, del lavoro. con tutti ho condiviso la passione, per un lavoro che va scomparendo per colpe di categorie di persone miopi e deboli, nostre e di altri, che sarebbe quello di informare, dare uno spunto di riflessione oltre che raccontare un fatto. sempre con l'umiltà di chi sa di dover sempre imparare qualcosa da chiunque. io ho vissuto l'infanzia di questa testata, anni che hanno contribuito in modo drammatico a rendermi la persona che sono, spero migliore di allora. faccio un altro lavoro, ma sembra ieri che scrivevo il mio primo pezzo sul caso doping-sconochini facendo incazzare Lelli. a pensarci, era un segnale di ció che di li' a breve sarebbe poi successo. la vita è ció che ci accade mentre siqmo impegnati a fare altri programmi. io mai avrei pensato, allora, di finire a fare quel che faccio.
"still i can get back on my feet and walk on, as i know there was something to learn i know there will always be more worth moving on for"...
e grazie per il "gran talento", ma sappi che non ti spaleró la neve dalla macchina...
forza taroz, forza tutti. un abbraccio grande.

baio

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