Urla nel silenzio

Appunti sparsi. Sui giornali dilaga la politica dell'apparire, nell'ultimissima (?) versione. Politica degli scandali, dei ricatti, della vita privata rivoltata, delle vite stravolte. Prima, e dopo, quella ormai tradizionale: degli insulti, delle minacce, dell'odio, del tutti contro tutti. Ha ragione il vecchio e "lucido" (lo diverte, sentirsi chiamare così) Carlo Fruttero, quando dice che non esiste più un'etica. Nel gestire la cosa pubblica, come nel gestire le nostre piccole esistenze quotidiane.
Ci sarebbero idee condivisibili, ma sono urlate anche quelle. Chi è nel giusto, dilaga: ha ragione, su molte cose, ma va oltre per affermare la sua ragione assoluta.
Sono indietro, su questo percorso. Su tante cose ho avuto (ho) il sospetto di avere ragione, ma non ho mai pensato o cercato di imporre le mie certezze. Le discuto, cercando di capire se sono poi così infrangibili. Mi manca molto, la discussione. Mi preoccupa questo manicheismo: bianco o nero, con noi o contro, non c'è possibilità di approfondire.

Intanto, parte il Grande Fratello. Edizone numero 10. Edizione no-limits, promettono (minacciano). Quella dei grandi numeri. Cinque mesi, una quarantina di concorrenti. Anche qui, è successo quello che pensavo: uno gira "Truman Show" per mettere a nudo i difetti di una società, e quella ci mette un attimo a fagocitare. "Però, è un'idea. Facciamolo davvero".

Grande Fratello 10, dunque. Siamo quello che guardiamo, e questo spiega molte cose.

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