Anno nuovo
Un poeta
vive sotto i ponti
vive sotto le bombe
vive a stento e di stenti
e viaggia ogni giorno
e quasi ogni notte
e lo fa a piedi se proprio
non ha in tasca biglietti
per il flixbus, né soldi
per comprarli
e quando i piedi si gonfiano
si ferma su un prato e viaggia
aprendo la scatola dei sogni
ed è così che impara
le vite degli altri, divorando
chilometri.
Un poeta
ha la sua isola del cuore
il suo lampione preferito
i suoi benedetti angoli
di noia
e alza la voce quando vede
un barcone che naufraga
un bambino che trema di freddo
nell’inferno della guerra
un vecchio che ha dimenticato
il nome dei figli
E alza la voce anche quando
quella voce è sussurro
tra mille sguardi che sfiorano
senza fermarsi
Ma poi a volte succede quello
che ci piace chiamare magìa
- un’anima che frena, accosta
e allora nasce un poeta
da un vecchio poeta, e il mondo
è appena appena meno povero -
E forse è tutto qui il senso
di questo trascinare la vita
di questo frettoloso
voltare pagina
in cerca di nuovi anni
nuovi timori
nuove incertezze da spendere
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