Tizio, Caio o Sempronio
MA PORCA TROIA
Fateci caso.
Siamo un popolo di Conmissari tecnici, ma la nostra Nazionale colleziona pesci
in faccia. Colpa di Tizio, Caio o Sempronio, ovvio. Siamo un popolo onesto, ma
l'indice di evasione fiscale è ormai incalcolabile. Colpa di Tizio, Caio o
Sempronio che non controllano, mentre noi saremmo inflessibili anche se
paghiamo l'idraulico in nero per risparmiare l'Iva. Siamo un popolo che ne sa
un casino di vaccini e cure oncologiche, anche se in realtà non riusciamo
neanche a leggere una semplice ricetta. Colpa di Tizio, Caio o Sempronio che
scrivono malissimo. Siamo un popolo di giornalisti, perché quei
"giornalai" che imbrattano i giornali sono lì grazie alle spinte di
Tizio, Caio o Sempronio, anche se per noi il congiuntivo è un fastidioso problema
agli occhi. Siamo pure un popolo di politici illuminati, mica come Tizio, Caio
o Sempronio, che non sanno governare. Siamo un popolo specializzato in
sicurezza, che con noi l'autocisterna carica di GPL mica avrebbe circolato in
autostrada a Bologna, dimenticando quello che è successo pochi anni fa al treno
di Viareggio. E siamo anche un popolo di meteorologi perché abbiamo l'app di
Meteo.it o un popolo di ingegneri civili perché da piccoli giocavamo a Meccano.
E allora, amici miei, i casi sono due. O condanniamo a morte Tizio, Caio e
Sempronio e ce li togliamo dai coglioni una volta per tutte, oppure - facendo
uno sforzo immane - rientriamo tutti nei nostri panni, facciamo (sul serio!)
ciò che dobbiamo nel nostro piccolo e la smettiamo di sentirci un pelino meglio
degli altri. Ne ho piene le palle di gente che pontifica senza aver diritto al
pulpito, di chi calpesta il dolore altrui solo perché dispone di una tastiera e
di un buon wi-fi. Leonardo da Vinci si sarebbe messo di buzzo buono per rifare
i calcoli, Michelangelo avrebbe fissato su tela o su marmo il dramma, Dante
l'avrebbe tradotto in terzine. Garibaldi, invece, si sarebbe semplicemente
chiesto dove aveva sbagliato. Te lo dico io, Giuseppe: a conti fatti, non ne
valeva la pena...
(Marco
Montanari)
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