Il paese dentro la città
Cirenaica,
ancora. Qualcosa di diverso. Un villaggio piantato lì, in mezzo alla città. Con
i suoi confini, che per me restano indelebili. Da una parte e dall’altra di via
Libia. Il passaggio a livello della Veneta da una parte, il ponte sulla
ferrovia grande dall’altra, che di là sfiora il vecchio campo Savena e ti butta
dritto in piazza Mickiewicz, spalancandoti davanti la zona della Fiera. Poi,
certo, ci sono le vie di fuga. Bentivogli, per saltare il passaggio a livello
col cavalcavia; Paolo Fabbri come un’uscita secondaria; Barontini, con le sue
storie di solitudine e sonni provvisori.
Cirenaica,
ogni volta. Un mondo altro, con i suoi ritmi lenti, la sua gente invecchiata,
quella venuta da fuori a creare un melting pot di razze, umori, espressioni
della parola e del viso. Uomini e donne che non si conoscono e neppure si
sfiorano, altrove. Che qui fanno comunità, che lo vogliano o no. Perché ogni
volta che valicano quei confini, perdono identità e si smarriscono nel mondo
fuori. Nella città, che è uguale a sé stessa in ogni angolo, fuori da qui. E
allora, hanno bisogno di tornare indietro. Sempre.
Cirenaica,
allora e adesso. Un amore mancato, uno perduto. Il primo amore al limite,
deviato, sporco, subìto. Che poi, nemmeno era amore. L’altro che viveva lì
molto prima che entrasse nella mia vita, e allora il gioco è ritrovare – dopo –
i suoi luoghi del cuore. Le bevute nascoste al Jolly, che di posti così non ne
esistono quasi più. Ramòn e le sue mille e mille fotografie di corsa. Vite
negli angoli, ai margini, di taglio. I giardini della scuola, anche ora. La
piscina del Villaggio, per imparare il nuoto e il mio corpo, prima che me lo
insegnasse qualcuno. L’ospedale a due passi, dove ho visto l’ultima volta mio
nonno, in ritardo, dove si è consumato mio padre, dove ho deragliato e ripreso
la strada, ma quando sono uscito ero un altro. Ed è finita che mi sono
rituffato lì. Per farmi rivedere. Per dire “ci sono ancora” in un posto che
conosco più di quanto non immaginassi, che mi conosce da sempre.
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