Boris Vian, mezzo secolo dopo
MI PIACEREBBE
Mi piacerebbe
diventare un grande poeta
diventare un grande poeta
e la gente
mi metterebbe
serti di lauro sulla testa
ma ecco
non ho
abbastanza passione per i libri
e penso troppo a vivere
e penso troppo alla gente
per essere sempre contento
di non scrivere che vento
IL DISERTORE
Signor Presidente, le scrivo una lettera
Signor Presidente, le scrivo una lettera
che leggerà, forse, se avrà tempo.
Ho appena ricevuto la cartolina militare
per andare alla guerra entro mercoledì sera.
Signor Presidente, non voglio farlo
non sono sulla terra per uccidere povera gente.
Non per farvi arrabbiare, ma devo dirlo
ho preso la mia decisone: diserterò.
Dacchè sono nato ho visto partire i miei fratelli
ho visto morire mio padre e piangere i miei figli
mia madre ha tanto sofferto che è nella sua tomba
e se ne fotte delle bombe come se ne fotte dei vermi.
Quand’ero in prigionia hanno rubato la mia anima
hanno rubato la mia donna con tutto il mio passato.
Domani uscirò sbattendo la porta in faccia
agli anni morti: vivrò sulla via.
Mendicherò la vita sulle strade di Francia
dalla Bretagna alla Provenza
e dirò alla gente "Rifiutate d’obbedire,
non fatelo non andate in guerra,
rifiutate di morire".
Se si deve versare sangue vada a versare il Suo
caro "buon apostolo", signor Presidente.
Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi
che non ho armi, e che possono sparare.
Boris Vian, Ville d'Avray, 10 marzo 1920 – Parigi, 23 giugno 1959
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