Piero, mi manchi


E' l'ora della memoria, evidentemente. Di uomini che vestivano di musica la loro poesia, e che se ne sono andati troppo presto. Dieci anni che non incrociamo più le strade splendide e tortuose di Fabrizio De Andrè. Ventotto, giusto oggi, che se ne è andato quel livornese dolce e arrabbiato di Piero Ciampi. Dopo aver vissuto quarantasei primavere. Intense, profonde, troppo breve.


Piero, cresciuto in via Pelletier, nel quartiere Pontino, gente di porto e di piccoli commerci.
Piero, ingegnere mancato che molto presto infilò la strada delle osterie.
Piero, contrabbassista inquieto che un giorno partì per Parigi per poter scambiare parole in libertà con gente che si chiamava Celine, o Brassens.
Piero che entrò nel mondo discografico, e dalla porta primncipale, ma capì in fretta che gli stava troppo stretto. Un vestito sbagliato.
Piero che lasciò la Ricordi, e poi la Cgd, e diresse una piccola casa discografica, la Ariel, altro insuccesso annunciato.
Piero che scriveva cose orecchiabili per la Cinquetti e Katyna Ranieri, e cose splendide da cantare, con la sua voce sghemba, a gente che non capiva.
Piero che girò l'Europa, che si innamorò dell'Irlanda, che scappava da Livorno, dalla vita di sempre, dalle sue donne.
Piero che diventò amico di un calciatore, che ovviamente era diverso come lui: Ezio Vendrame, uno che aveva il talento dell'artista e in mezzo ai pallonari sembrava un marziano.
Piero, che in tv non "sfondava" perché non ne aveva nessuna voglia, perché non sapeva vendersi e non aveva nessuna intenzione di farlo.
Piero irascibile, incazzato, felice, ruvido e bellissimo, innamorato della parola, solitario, compagno di sbronze, inaffidabile per l'industria dei dischi, appassionato per chi sapeva ascoltarlo.
Piero che se n'è andato in poco tempo, afferrato alla gola, e in ancor meno tempo è stato dimenticato.
Ci ha lasciato storie bellissime.

IL NATALE È IL 24

È Natale il 24.
Non riesco più a contare,
la vita va così.
Ho una folle tentazione
di fermarmi a una stazione
senza amici e senza amore.
Mio fratello è all'ospedale
sono giorni che sta male
la madre non l'ha più.
Anche Pino è separato
Elio al gioco si è sparato
mi stupisco sempre più.
Io vado,
quando sono abbandonato
vado in cerca di una donna
senza danni.
Sento,
quelle volte che non pago,
che rimane pure amore
per un'ora.
Ma il mattino mi consegna
Francescangelo drogato,
non mi conosce più.
Per vederci un poco chiaro
bevo un litro molto amaro,
sono dentro a un'osteria.
Il Natale è il 24,
Gianna ha un cuore molto strano,
la vita va così.
Ho una folle tentazione
di fermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.
Il Natale è il 24

Commenti

Anonimo ha detto…
penso che sia uscita una biografia x Coniglio Editore

saverio
Anonimo ha detto…
la sua assenza è un assedio.
Gigi Retrò

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