Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2025

Vuoti a perdere

Immagine
È tutto lì. Nei fruscii, nelle pause Nei silenzi tra un grido e una frase abbandonata al suo destino. E tutto in un pianto senza lacrime Nel rumore di un’ombra sulle scale. È tutto quello che ci sembra inutile, che dimentichiamo tra una bevuta e l’altra nel baccano d’inferno di una città che ha smesso di voltarsi. È tutta questa vita, cazzo di bene prezioso che stiamo bruciando. Concentrata in piccoli gesti da smarrire rigorosamente lungo il sentiero. Buoni magari domani per un rimpianto per una maledizione per un altro vuoto impossibile da colmare. (mt)  

Pesi minimi

Immagine
  «Com’è che si chiama? Daria? Dalia? Doria?» «No, quella ha inventato i Bucaneve…» «Delia?» «Ma non eri un’amante della letteratura?» «Beh, sai… il tempo è quello che è…» «Questa scrive da decenni. Da quando era fidanzata con Moravia. Di tempo ne hai avuto…» «Insomma, come si chiama me lo dici?» «Come una marca di auto…» «Skoda?...» «Solo quando derapa…»

Di coccodrilli e lacrime

Immagine
  «Voi giovani dovete rimediare alle cazzate che abbiamo fatto noi» . Ha detto più o meno così, il noto cantautore. Io non ce l’avrei fatta a dire una cosa del genere. È vero, la mia generazione era piena di speranze, ma anche di opportunisti. Ha un armadio pieno di promesse non mantenute. Oggi la si ritrova in gran parte nelle stanze dei bottoni, ben sistemata e impegnatissima a presidiare i portoni dello “status quo”. Premia gli amici e i presunti, non ha idea di cosa siano merito e talento. Si chiude a doppia mandata in casa e si guarda allo specchio. Fa il “mea culpa”, falsopentita, e si permette di dire “voi giovani dovete…” Invece, voi giovani vivete la vita come ve la sentite addosso. Nella peggiore delle ipotesi, continuerete ad avvelenarla come ha fatto la mia generazione. Ma se appena vi muovete, vi agitate un attimo, rischiate di fare già qualcosa di meglio. E comunque: quando vi diciamo cosa dovete fare, mandateci allegramente a fare in...

Riabilitando

Immagine
Camminare tra gli angoli meno affascinanti del rione. Il portico dei negozi abbandonati, l’ultimo cinema a luci rosse, il benzinaio più orefice della città. Il bar del terrore, il portone degli incontri furtivi, il negozio di ortopedia che comunque grazie, ho già tutto…   Appoggia stampella, carica su gamba operata. Procedi. Passi sempre più lunghi. Non ancora ben distesi. Quattro/cinquemila passi. Due volte al dì. Non necessariamente a digiuno. «Okay, ma i tempi morti? Che fai nei tempi morti? Non ti informi su quello che accade intorno?» «Accade. Ed accadrà, comunque. Informarmi mi destabilizza. Mi disinforma». «Che ti resta?» «Ho ripreso a leggere. Gente che merita. E a rileggere. Sai, una storia non è mai uguale a sé stessa. Ed è un’occupazione lodevole. Non ti fa cadere in tentazione» «Quale sarebbe, la tentazione?» «Scrivere. Così, come fan tutti. Buttare il tempo per sentirsi vivi. Sfoggiare talenti improbabili. Lavorare al romanzo della vita, a dispetto degli alt...

Alla deriva

Immagine
  Oggi mi costa fatica scrivere di cose di sport, di sviste arbitrali o di obiettivi da raggiungere. Penso che vivere è solo questione di fortuna. Essere nati dalla parte giusta del mondo. Aver vissuto nell'era in cui, per decenni, in fondo ci si ricordava cosa è una guerra, e si faceva di tutto per tenerla lontana. Essere quelli che a parole avrebbero reso il mondo un posto migliore, ma poi si sono addormentati, o qualcuno gli ha spento per bene i sogni. E alla fine ci siamo accontentati. Di cambiare casa, macchina, di una tv ultratecnologica che nemmeno accendiamo, di una bevuta tra amici ricordando quanto eravamo rivoluzionari. Penso a mio figlio. Che a diciassette anni ha un talento che alla sua età nemmeno sognavo. Che meriterebbe il futuro che non abbiamo saputo costruire, per lui e la sua generazione. Mi sento in colpa. Mi sento inutile. Mi sento sbagliato in un mondo sbagliato. Dove c'è ancora chi pensa che la soluzione sia alzare un muro e lasciare fuori tutto il m...