Nottetempo
Così stanotte sei tornato
all’improvviso, senza bisogno
di festeggiare anniversari,
senza preavviso.
Sono giorni di sogni continui,
da qualche parte ho letto
che significa sonno spezzato,
tedioso, incattivito.
Ma chissà.
So solo che ero felice
di vederti, e anche tu
avevi quel tipo di sorriso,
sai quando si dice
“l’ho visto proprio contento”.
Allora quell’abbraccio
ci è venuto naturale, stretto
che sembrava vero.
Oh, ma dimmi: quante volte
ci eravamo abbracciati così,
né padre né figlio,
ben altro che amici,
semplicemente un unico
leggerissimo sentire?
Poi le solite cose: quanto tempo,
come te la passi, vedi
di non sparire così a lungo.
E quella domanda: che fai
della tua vita? Provo
a tenerla accesa, ti ho risposto.
Banale, ma mi hai preso
in contropiede, stavolta.
Poi all’improvviso sei sparito,
ma niente luci celesti, solo
gente nuova e sconosciuta
tutto intorno.
I soliti bene informati mi dicono
che fa parte del gioco,
che non esiste un finale,
che non resta che tener stretto
quell’attimo.
Più tardi, in cucina ho festeggiato
con doppia razione di caffè.
Era mattina, cerca di capirmi:
troppo presto
per una bevuta.
Poi non c’eri già più
per condividere,
e chissà quando torni.
(mt)
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