Mario


 

Stanotte ho sognato Mario.
Il vicino della casa
dove sono cresciuto, lì davanti
al grattacielo, che poi
era alto una cosa giusta
ma a quei tempi
sembrava racchiudere
tutto il futuro.

Ho sognato Mario sulle scale
con la sua canottiera,
e non era mai successo,
e saranno vent'anni
che ha piegato il fazzoletto.
Un sogno così strano
che appena svegliato
mi sono detto ora
lo racconto a qualcuno.

Ma ho pensato
che non c'è più nessuno
di quelli che lo conoscevano.
Mio padre, mia madre, andati
sulla strada che non ha risposte,
almeno non per me.
Figurarsi mio nonno, l'unico
che era proprio suo amico
e si chiamava come lui, Mario.

Ma ho pensato
che ci dibattiamo nella vita,
ci affacciamo a ogni finestra,
sorridiamo confidenti
in favore di obiettivo, ma poi
in qualche giro di anni
non ci sarà più nessuno
a ricordarsi di noi.

Continueranno a correre,
a sgomitare per emergere
senza voltarsi indietro
e a noi non resterà nemmeno
quel tramonto sul mare
che abbiamo sempre guardato
di sfuggita.

Magari torneremo sulle scale
con una vecchia canottiera
nei sogni di qualcuno.

(mt)

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