Conto alla rovescia
Ogni vigilia,
Ogni dannata vigilia.
mi ritrovo sulla solita panchina
mentre la notte fa il suo mestiere
ad ascoltare l'anima
che come al solito tira gli ultimi
e farebbe pena, non fosse
che è tutta farina del mio sacco
e almeno di questi tempi
bisogna essere generosi
con sé stessi.
Mai una volta che riesca
a pensare alle facce belle.
Passano solo quelle
che mi hanno ferito,
lasciato appassire,
accoltellato alle spalle.
E ancora le vedo ridere,
o peggio ancora
distogliere lo sguardo
distrattamente
Ma stavolta la notte è tiepida,
tira libeccio, una faccenda strana,
e si può anche dormire in un parco
aspettando il Natale,
immaginare che domani
sarà la solita festa,
sorrisi e pacche sulle spalle
e la speranza di un'altra vita.
Dove ho ancora vent'anni, per dire,
e il futuro è arrogante certezza,
poeti da scoprire, pisciate
senza domani contro i muri
e una stupida idea
di rivoluzione senza armi.
Insomma, la storia si ripete.
Stanotte non trovo la strada
e domani mi incammino,
come sempre.
Sono solo un po' più vecchio.
Solo un po' più insofferente
alle panchine scomode.
Ma aspettare un'altra alba
mi mantiene meravigliosamente
immaturo.
m.tar.
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