Vademecum
Tutto quello che occorre per imparare a camminare sulle
vite degli altri.
a) Passare senza scosse da una banale sera d’estate alla
mattina successiva, semplicemente girando un interruttore.
b) Chiedere tempo. Rubare tempo. Non avere rispetto per
il tempo. Degli altri.
c) Camminare lungo un marciapiede tirandosi dietro un
trolley, con dentro tutto l’occorrente per dare spettacolo, per risvegliarsi quando ci si sente
spenti.
d) Avere sempre un “Mi
dispiace. Molto” da elargire. Tanto non costa niente, che poi dispiacersi
davvero non è strettamente necessario.
e) Abitare sul fiume più lungo d’Italia, ma non essersi
mai presi la briga di capire fino in fondo le correnti.
f) Cercare una mano per uscire da certe paludi. Una volta
fuori, lasciare nella palude quella mano e tutto il resto.
g) Nel caso, rafforzare con un po’ di finta disperazione.
Tipo “mi ammazzo”, “sparisco” o altre amenità da romanzetto rosa. Che poi tanto
le parole volano via nel vento.
h) Prodigarsi a spiegare che leggerezza non significa
superficialità. Dimenticando che tutto si potrebbe spiegare con molte altre
parole.
i) Salvare vite, ma solo per mestiere e quando capita.
Delle altre, fregacazzi.
l) Schivare sguardi, limitare gli incontri con occhi nei
quali si potrebbe specchiare la propria vigliaccheria.
m) Conoscere bene l’arte di essere banali. Ma anche
quella di apparire sensibii e profondi.
n) Vivere bene e a lungo. Rimuovendo sempre.
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