Solfanaio dell'arte


 

"Mo soppa, st'i brèv. Sei proprio un solfanaio dell'arte..."

Solfanaio – Rigattiere, robivecchi. Il termine deriva dalla “solfa”, la cantilena ripetitiva con la quale il rigattiere annunciava la sua presenza per le strade, del tipo “donne, è arrivato l’arrotino!”
(Dizionario bolognese)

Centinaia di articoli scritti e perduti, qualcuno imprigionato dentro scatole di cartone che altri, un giorno, si preoccuperanno di gettare via, perché io proprio non ci riesco. Libri scritti, almeno una dozzina, ma niente di epocale. Balzi improvvisi tra tutte le pieghe del mestiere, e in diverse epoche: redazioni di giornali, studi televisivi e radiofonici, tipografie, case editrici, uffici stampa anche prestigiosi. E di notte, ma solo di notte, le poesie, la scoperta delle parole per il cinema, i racconti.
Sessant’anni vissuti così, più o meno intensamente. Finché da un amico non arriva il complimento più bello che potessi ricevere.
Solfanaio, sì. Uno che “tiene da conto” le emozioni. Uno che accumula tutto e riempie ogni angolo di cose che in gran parte dimenticherà lì, ma almeno gli sono passate davanti. Uno che vorrebbe conoscere tutto, e si sente soffocare quando pensa che, come per tutti, non ci sarà abbastanza tempo. Uno curioso, niente altro.
Grazie, Chicco.


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