Nottetempo
E alla fine, eccola. Insonnia. Non
succedeva da un po', anzi, ero preoccupato perché non arrivava più. Lì a
chiedermi dov'è che avevo cominciato ad invecchiare, o a cercare di fermare le
mezze idee che mi sembravano geniali un istante prima del sonno. Tutte svanite,
il mattino dopo. Tranne qualcuna, che restava miracolosamente nitida. E
inutile.
Insonnia. Ci ho fatto parecchie cose, in
quelle notti che era lei a comandare. Lavori a cottimo, qualche libro non
memorabile, racconti da infilare nel cassetto. Credevo mi avesse abbandonato
per sempre. Invece eccola qui, come ogni volta in cui sono stato davanti a quei
cazzo di incroci dove non trovi un’indicazione neanche a pagarla. E non sai
esattamente dove andare. O meglio, lo sai ma non puoi dire se domani sarai sulla
strada giusta.
Devi fare da solo, quando arriva l’insonnia.
Devi decidere. Allora la accogli come una vecchia amica che torna per
ricordarti che sei vivo, che il tuo destino non è trascinarti in poltrona dopo
il brodino senza sale della sera.
Ti fa piacere che sia tornata. Anche se ogni
volta è lotta e fatica, e anche per questo ti fa paura.
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