Se sei disperato chi se ne accorge? A chi conviene accorgersi della tua voglia di piangere? E poi, scusa, perché? Nemmeno tu lo sai, in verità. Perché la gente che ti sfiora per strada dovrebbe essere diversa da quando tu la sfioravi senza guardarla, senza accorgerti della sua disperazione? Ora tocca a te scoprire abitudini senza valore, parole banali, facce senza espressione. E allora pretenderesti conforto, solidarietà. Troppo facile, carino. Arrangiati da solo, vattene da qualche parte a sbattere la testa contro il muro, ma non farti vedere, conserva un minimo di dignità. Per darti un alibi, alibi ridicolo, cerchi strade già battute da altri con poco successo. Corrompi te stesso arrangiandoti con parole da bar: opportunismo, mediocrità, disaffezione, egoismo, i soliti luoghi comuni imputabili al mondo che ti relega lontano dal prossimo, ma il mondo è sempre lo stesso identico all’altro che ti piaceva tanto quando il tuo umore era assai meno precario. Datti un’oc...