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Cosa stiamo facendo?

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  Cosa stiamo facendo? Niente che non possa essere dimenticato in un istante, se va bene magari due. Dimentichiamo volti che ci sembravano incancellabili, momenti unici, gente speciale, dimentichiamo anche di aver sognato, proprio ieri o tanto tempo fa. Un campo di girasoli al tramonto, una quiete nel buio, là dove si può immaginare la città illuminata e lontana. Dimentichiamo di avere questa condanna a tempo sulla testa, le spalle eternamente appesantite, un passo sgangherato. Ci sentiamo magnifici, scambiamo la nostra banalità per qualcosa di eterno, scivoliamo sugli errori di sempre. Cancellare è così comodo, così confortante. Cosa stiamo facendo? Cosa abbiamo fatto? Piccoli movimenti del corpo, del cuore, che il vento ha già spazzato via. Traslochiamo altrove i nostri pensieri.

Le bombe

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  Abbiamo colpito il treno ci dispiace è stato un errore. Abbiamo colpito quei profughi ci dispiace un altro errore. Abbiamo colpito il ponte la gente non si vedeva. Abbiamo colpito l’acquedotto non è stato un errore ma ci dispiace. Abbiamo colpito l’ambasciata ci dispiace un altro errore. Abbiamo colpito il paese sbagliato non era previsto. Avevamo già colpito altre cose sbagliate un aereo passeggeri una scuola. Questa volta le ragioni per colpire quello che cercavamo di colpire erano buone. Cercavamo di fermare le cose terribili fatte a gente innocente. Le cose peggiorarono per quella gente col nostro intervento il che prova che avevamo ragione. Ma naturalmente non siamo capaci di pensare a ciò che è giusto o ciò che è sbagliato. Dicono che siamo intelligenti ma le bombe non sono fatte per pensare. Ci dispiace ci siano stati errori ma noi da sole non possiamo fare errori. Eseguiamo solo ordini. Facciamo quello che ci viene detto. (Martha Collins)

Suggerimenti

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  Liberati. Smetti di vivere negli angoli. O in quella specie di pantano che ti ostini a chiamare “comfort zone”. Esci. Respira. E’ inutile chiedere tempo, rispettare il tempo che non rispetta te. Il tempo non è eterno. Sai, potrebbe fermarsi domani. O tra un minuto. O tra un respiro. Fattene una ragione: è buio nei sottoscala della vita. Ci fa troppo freddo. Ci si incurva, si ingrigisce. Tocca riempirsi di antidolorifici. Non è roba che meriti. Che effetto fa sognare un porto dentro una stanza umida, niente finestre né riscaldamento? E piove sempre, maledizione. In qualche modo, dentro o fuori di te, piove in continuazione. Fai così: domani apri la finestra e vola via. Semplice. Liberati. Smetti di vivere negli angoli. (mt)

Cosa sta succedendo?

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  Madre, madre, sono troppe quelle che piangono come te Fratello, fratello, fratello, troppi quelli che muoiono come te Sai, dobbiamo trovare un modo per portare un po' di amore qui oggi Padre, padre , n on serve far inasprire le cose Vedi, la guerra non è la risposta, perché solo l'amore batte l'odio Ecco, dobbiamo trovare un modo per portare un po' di amore qui oggi Picchetti e cartelli , n on punirmi brutalmente Parlami, così saprai quello che sta succedendo Proprio così tesoro, proprio così Marvin Gaye (Marvin Pentz Gay jr.) 2 aprile 1939 – 1 aprile 1984

Percorso

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  Ma poi, che vita è? Che devi nasconderti, abbassare la testa, far finta, che so, di allacciarti una scarpa o cercare qualcosa sul tappetino dell’auto, pur di non incrociare uno sguardo che ti ricorda il passato? Che vita è, non avere ricordi? Ripartire sempre da zero, andare incontro al prossimo fallimento esistenziale? Perché tanto è lì che può arrivare, un cuore arido. E un giorno ti volterai indietro. Ti sorprenderà tutto quel deserto alle spalle. E intorno solo piante secche, silenzio, solitudine. E davanti il solito cammino, così pieno di niente. E il tempo che passa. Vedrai che spettacolo.

Tempi migliori

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  Pare sia davvero il tempo dei cosmetici consapevoli. Lo dice il cartello sulla vetrata del negozio, non ho motivo di dubitare. Immagino qualche tipo di crema che accarezza l’anima, perché oggi solo questo ci interessa, farci accarezzare, leggere frasi che misurino l’importanza del niente che facciamo, aprire la porta agli adulatori, il cuore ai ruffiani, ed altro che dirvi non posso al miglior offerente. La città è piena di manifesti che annunciano il famoso poeta che scava e scava e scava nel tuo io più profondo, cacciatore seriale di likes, imbonitore da mercato con l’elisir di lunga vita in comode pagine prontouso. E che faccio, perdo tempo e nottate a pennellargli corna, arrossargli gli occhi? Tanto non servirebbe. Ascoltiamo vibriamo sospiriamo, incoroniamo ciarlatani con serti di lauro comprate a “tuttoauneuro” e poi torniamo a casa, diamo due giri di chiave, accendiamo la tv, scegliamo i pezzi di mondo che ci fanno comodo, facciamo il t

Ma alla fine chi siamo?

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  Da dove arriva questa BOhaus Generation? E soprattutto, dove va? Tre minuti per capirci qualcosa di più…

Felicità

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Ma io ho voglia di parlare, di stare ad ascoltare, di continuare a far l'asino, di comportarmi male per poi non farlo più. Ah, felicità… su quale treno della notte viaggerai? Lo so che passerai, ma come sempre in fretta. Non ti fermi mai. Lucio Dalla nato il 4 marzo 1943  

Quella strada

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  Quella strada. Che percorrevi di sera, liberandoti per qualche ora di un’aria diventata chiusa, insopportabile. Correndo verso qualcosa, qualcuno, con il cuore acceso. Per bisogno, certo. Che tutti i tuoi passi, tutte le azioni, sono sempre state guidate dal bisogno. Prendersi quello che serve, usare gli altri per sopravvivere al tempo. Quella strada. Ora la percorri velocemente, in macchina. Non c’è più rumore di passi, vento sul viso, silenzio della sera. Nessuno da raggiungere. Gli angoli non ti dicono più niente. Cancellare è meglio di ricordare. E incrociarti è diventato un disagio, un malessere. Un vecchio ammasso di ferro e gas di scarico, occhi che non rivelano più un’anima. Perché non c’è mai stata, un’anima.

Sogna...

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  (…) Sogna, ragazzo, sogna Quando lei si volta , quando lei non torna Quando il solo passo che fermava il cuore non lo senti più … Sogna, ragazzo, sogna Passeranno i giorni , passerà l'amore , passeran le notti , finirà il dolore . Sarai sempre tu . (…) Roberto Vecchioni  

Protossido d'azoto

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  Sa dosare protossido d’azoto, secondo indicazioni. Copia e incolla lampi di genio altrui. Ma creare dal nulla è altro. Non la riguarda. Che sa fare? Finge profondità leggendo qualche libro, appunta frasi epocali, buone per fare effetto, con aggiunta di sguardi penetranti. Corre da una casa all’altra senza avere una casa sua. Non l’ha mai avuta. Mai stata veramente parte di qualcosa o qualcuno. Mai stata nemmeno parte di sè. Ha vissuto negli angoli, adattandosi all’ambiente. Mimetizzandosi, all’occorrenza. Ha voluto figlie e non sa fare la madre. Attraversa la vita senza stile. Pure i selfies le riescono male. Crede di dare e non ha mai saputo dare. Dà tinte di colore a spazi vuoti. Non lascerà niente, ma del resto chi lascia davvero qualcosa? Beh, comunque non lei. No di certo. E’ sempre bene saperlo. Aiuta a sopravvivere. Che poi ci si abitua, a certe vite di sponda.

Orografia

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  L’amore è più che altro una questione di orografia. Alcune persone sono più ripide, si passa in poco spazio dal tepore al gelo. Una persona può amarti dalle sue pianure o dalle sue cime. Molti amori finiscono non per mancanza di amore ma per ignoranza della geografia. Franco Arminio

Infinito

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  Sei stato il mio calcio. Il mio calcio se ne va con te. Avrei voluto che tu fossi immortale.  

Equilibrista

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  Era bravo, in fondo. Bravo davvero. Non il migliore di tutti, anche se a volte gli capitava di crederlo, e se ne vergognava in quei momenti. Ma viveva così, sempre sul filo. Un colpo d'ala, un guizzo, prima di tornare in fondo, capace di volare e poi di perdersi. Arrivò a pensare che perdersi è il solo modo rimasto per ritrovarsi. Cercarsi in qualche angolo, sotto qualche stella distratta, sbilenca, nemmeno visibile a occhio nudo.