Presepe

 


Mi faccio domande su quel tipo
che sta appartato, quasi
fuori scena, segando tronchi
a cielo aperto, chissà perché
con questo freddo: ce l’avrà
una bottega, magari
potrebbe passare qualche lavoro
a Giuseppe, che ha un’età,
un figlio appena nato
e conosce il mestiere.

Ho visto i Magi inseguire
uno scherzo di stella, la coda
di stagnola accartocciata,
che non fa luce
e non ne riflette. Difficile
tenere il passo e la strada,
scommetto che stavolta
arriveranno più lunghi
del solito.

Ho visto droni volare
al posto degli angeli, e figurarsi
se quelli una volta che è una
annunciano la buona novella.
Lo sanno anche i pastori
che non bisogna farsi trovare
in fila, quando volteggiano
da quelle parti. Hai voglia
a spiegare che lo fai per fame,
perché ti serve una medicina
o una tanica d’acqua.

C’è un tempo da lupi, fa freddo
in quella terra di cartapesta,
ma quel neonato se la caverà.
La stalla è gelata, ma ci pensano
come sempre l’asino e il bue.
Qui e adesso è un’altra storia,
sta scritto su tutti i giornali:
pare si siano estinti gli uomini
di buona volontà, e le bestie
non sono più quelle
di una volta. 



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