Delle tue brame
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E alla fine, guardati. Ti commuovi ascoltando canzoni scritte male da altri, ti affascina un poeta da social che ruba frasi ad effetto dagli involucri dei cioccolatini e si nasconde dietro a un soprannome che qualcuno ha portato addosso molto meglio di lui. Ma basta che ti dica che sei unica e speciale, che spacci per sensibilità tutti i tuoi fallimenti. Ma sì, continua a guardarti. Che cancelli senza rimorsi e non conosci più gesti civili come un saluto, un sorriso. Che sei madre senza merito e ancora non hai imparato il mestiere, e consegni pacchi come figlie, figlie come pacchi, abbagliata dalla luce gelida di un cellulare. Ecco lo specchio, guardati. Prima o poi doveva succedere di incrociarne uno, che ti sbattesse in faccia tutta quella arrogante inadeguatezza.