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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

B'Day

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  Dice il motivatore che essere felice non significa che tutto intorno è perfetto, che semplicemente hai deciso di non soffermarti sulle imperfezioni. Ora, si sa come la penso sui motivatori in genere, ma in fondo anche io ho speso la vita a scrivere e insomma, ci sono tanti modi per sbarcare il lunario. Ma questo, accidenti, devo dire che quasi mi trova d’accordo. Quell’atteggiamento, voglio dire, personalmente mi terrorizza, preferirei vedere una scintilla di onestà in certi occhi sfuggenti. Ma riconosco che aiuta a sopravvivere alla meno peggio. Prendi te, per esempio. Cosa c’è mai da festeggiare, oggi? Il tempo che passa, che ti invecchia, ti rende più goffa nell’incedere, più falsa che mai nei sorrisi. Galleggi nella tua banalità, però convinta di avere dentro qualcosa, un talento forse, quanto meno un’anima speciale. Insomma, spegni altre candele della festa su tutto questo mentire agli altri, a te stessa. Farà forse bene anestetizzare i sentimenti, spegnersi con l...

Solitudine beata

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  Un poeta è un cieco ottimista. Il mondo è contro di lui per molte ragioni. Ma il poeta persiste. Lui crede di essere sulla strada giusta, non importa cosa dicono i suoi simili. Nella sua eterna ricerca della verità, il poeta è solo. Cerca di essere senza tempo in una società costruita sul tempo. Jack Kerouac

Nottetempo

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  Così stanotte sei tornato all’improvviso, senza bisogno di festeggiare anniversari, senza preavviso. Sono giorni di sogni continui, da qualche parte ho letto che significa sonno spezzato, tedioso, incattivito. Ma chissà. So solo che ero felice di vederti, e anche tu avevi quel tipo di sorriso, sai quando si dice “l’ho visto proprio contento”. Allora quell’abbraccio ci è venuto naturale, stretto che sembrava vero. Oh, ma dimmi:   quante volte ci eravamo abbracciati così, né padre né figlio, ben altro che amici, semplicemente un unico leggerissimo sentire? Poi le solite cose: quanto tempo, come te la passi, vedi di non sparire così a lungo. E quella domanda: che fai della tua vita? Provo a tenerla accesa, ti ho risposto. Banale, ma mi hai preso in contropiede, stavolta. Poi all’improvviso sei sparito, ma niente luci celesti, solo gente nuova e sconosciuta tutto intorno. I soliti bene informati mi dicono che fa parte del gioco, che non esist...

Ricorrenze

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  Ci fa paura quella parola, ci costa fatica pronunciarla, prendiamo sempre altre strade e anneghiamo il dolore in un bicchiere, in un sogno improvviso. I miei morti sono morti, nemmeno da ieri, e non riesco a immaginarli in qualche cielo, su qualche isola felice mentre osservano rassegnati questo mondo incattivito. I miei morti sono qui, nelle cose che faccio, nelle parole che spendo, nelle persone che incontro e in come le affronto. I miei morti sono io, gli ideali in cui credo, i sorrisi che spendo, le rabbie e le sconfitte. Sono la mia terra e il mio mare, sono l’isola lontana dove vorrei addormentarmi, sono le onde che mi tengono sveglio col loro canto sommesso. I miei morti sono il futuro, le cazzate e i colpi di genio, se arrivano, sono le certezze e i timori, sono quello che mi hanno insegnato. Restano con me, semplicemente, non un giorno dell’anno, non un anno nel tempo. Sempre. I miei morti sono vivi. (mt)