Novembre
Ci sono ancora le rondini, e fa strano.
Lo so che non va bene, che è un altro segnale di questo mondo sempre più
capovolto, che si chiude in sé stesso e dimentica le persone, le abbandona in
strada. Dovrei preoccuparmi di tutto questo gridare, cieco e volgare, magari
anche di me. Di un’anca che scricchiola anche se insisto a correre, di un
dolore nel buio.
Ma ci sono ancora le rondini, e conoscono l’arte del volo. Vorresti invitarle a
partire, che si salvino dal freddo almeno loro. Ma ti incanti a guardarle e ti
vengono solo pensieri banali: che novembre è strano, che tutto è diventato incomprensibile. Che saper volare è un lusso meraviglioso.
Non c’è salvezza in un bicchiere, in un libro, in una fuga. Niente più
sogni da colorare. Lo sai che tanto restano sogni, che trasformare la gente
normale in gente speciale ormai costa fatica.
La salvezza è soltanto dentro. Un leggero declinare che non fa rumore, una
fiammata di calore che ti avvolge, la serenità del niente.
Il volo delle rondini in ritardo sulla tabella di marcia.
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