Di poste, di frutta, di un anno

 


“Che ci fai qui, hai preso una contravvenzione?”
“Così. Avevo voglia di passare”
“Davanti a un ufficio postale?”
“Sì, è ho preso anche una macedonia di frutta fresca, al bar qui vicino”
“Pensi di accamparti?”
“C’è sempre bisogno di frutta, quando fa caldo. E magari non hai fatto colazione, e hai fatto il turno di notte”
“Stai dando i numeri?”
“Magari hai bisogno di qualcuno che ti accarezzi l’anima”
“Non è Bukowski, questo?”
“Sì. Ad accarezzarti la pelle sono capaci tutti”
“Beh, è facile da capire”
“No, non è facile per niente. C’è chi preferisce non capire”
“O rimuovere”
“Già”
“E’ un modo di ripartire, no?”
“O di restare dove si è. In cerca di qualcosa che non esiste”
“Ne sei sicuro?”
“Guardati intorno. Vedi intensità negli sguardi? Vedi compassione, complicità?”
“Tu cosa hai di speciale?”
“Una forza, una soltanto. Non so arrendermi alla consuetudine”
“Vantaggi per gli altri?”
“Non diventare mai qualcosa di scontato. Almeno, quelli che hanno un senso per la mia vita. Quelli che non saprei mai cancellare con un colpo di spugna”
“Perché, è vietato?”
“No. Ma è come togliersi un po’ di vita di dosso”
“Non si può vivere di ricordi”
“Bruciarli è molto peggio. E’ un gesto vile”
“Ti è mai successo di subirlo?”
“Mi è successo”
“Come è stato?”
“Come essersi spesi e improvvisamente sentirsi niente. Essere considerati niente. Dimenticati. No, peggio: gettati via come rifiuti"
”Allora perché sei qui?”
“Perché ho voglia di frutta fresca. Un anno fa non avevo potuto finirla”
“Un anno fa?”
“Un anno, oggi. Senza nemmeno una risposta. Un saluto”
“Un grazie?”
“Forse, ma non è nemmeno quello. Le cose non le fai per essere ringraziato”
“Un anno e sei qui. A volte non ti capisco”
“Non importa. La frutta è buona”
“Qualcosa non va?”
“Va tutto come sempre. Tutto regolare. Anche la fretta, le corse all’impazzata, il tempo che magicamente si trova. Sembra tutto così nuovo, anche il momento della ricerca forsennata. Poi diventa tutto banale. Ci si guarda allo specchio, ci si sente inutili”
“A te, ti ci hanno fatto sentire”
“Succede a tutti. Si diventa abitudine”
“Finisci la frutta, dai. Che gli anniversari passano”


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