La guerra dentro
La
lessi nella faccia di mia madre, quella ferita profonda. Lei che pensava di
averla già vista, la guerra. E invece la guerra era tornata, ed era in casa, e
sono quelle che ti fanno capire all’improvviso anche le altre, quelle più
lontane. E lei pensò alla polveriera di Marano, come faceva a quei tempi, che
sempre là si andava a guardare quando tuonava il cielo.
Sapemmo poi che avevano lacerato, bruciato, violentato Bologna. E ammazzato gente che aspettava un treno nel caldo dell’estate. Qualcuno aveva un sogno, qualcuno si annoiava, qualcuno era innamorato, qualcuno malediceva un ritardo, qualcuno aveva voglia di bere qualcosa di fresco. Vite normali, sguardi sul futuro che sarebbe arrivato tra un’ora, tra vent’anni, o chissà quando mai.
E’ sempre questa la gente che muore in guerra. Senza averci mai nemmeno pensato, alla guerra.
Sapemmo poi che avevano lacerato, bruciato, violentato Bologna. E ammazzato gente che aspettava un treno nel caldo dell’estate. Qualcuno aveva un sogno, qualcuno si annoiava, qualcuno era innamorato, qualcuno malediceva un ritardo, qualcuno aveva voglia di bere qualcosa di fresco. Vite normali, sguardi sul futuro che sarebbe arrivato tra un’ora, tra vent’anni, o chissà quando mai.
E’ sempre questa la gente che muore in guerra. Senza averci mai nemmeno pensato, alla guerra.
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