La strategia




E poi iniziarono a costruire casi. Per dividere la gente. Battaglia tra poveri, vecchia storia. Ma come sempre, i poveri, e anche quelli che appena galleggiavano, abboccarono. I social fecero il resto. La guerra iniziò lì sopra. Botte da orbi, ancora virtuali per il momento. Senza riflessioni, senza approfondimenti. In quello stile lì, insomma. Centoquaranta parole per spiegarti la vita meglio degli altri.

Loro, quelli che avevano architettato tutto, se la ridevano. Nella quasi totalità, avevano lavorato meno della metà di quelli contro cui puntavano il dito. Se lo avevano fatto, se ne erano dimenticati da tempo. Ma tutto quel polverone era servito: avrebbero potuto continuare a fingere, a riempire le giornate di dichiarazioni cazzute, di frasi ad effetto, di ipocrisia. Prima o poi, la maledetta guerra che avevano inventato per pararsi il culo sarebbe arrivata anche sotto le loro finestre, nel cortile di casa, sul pianerottolo.
Intanto, però, avevano guadagnato tempo. Fingendo di stare dalla parte di quella gente di cui non avevano mai avuto alcun rispetto. Perché loro, ormai, non avevano più storia, paese, radici. Non avevano più una coscienza. Né una faccia da vedere riflessa allo specchio.

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