Chiedo scusa a mio figlio
Chiedo scusa a mio figlio. Per averlo messo al mondo in un
paese che non sa più dove andare e non sa più essere un Paese. Spero sia
abbastanza intelligente e sveglio da sopportare il mio malessere culturale e
professionale, e da capirlo. E che sappia andare avanti con le sue gambe, su
idee solide, di libertà, convincendo senza urlare, provando a cambiare col suo
cervello, proprio il suo, e con l’esempio.
Spero che possa ripulire una palude dove il passato è
barbaro, il presente volgare, il futuro malato. Dove i “salvatori” estirpano
senza riconoscere l’erba buona da quella avvelenata.
Chiedo scusa a mio figlio se non sono più attrezzato per spiegargli tutto questo niente che lo circonda.
Chiedo scusa a mio figlio se non sono più attrezzato per spiegargli tutto questo niente che lo circonda.
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