Cinquantenario

Quasi due mesi. Assente.
Forse è stata la botta dello scollinamento dei “cinquanta”, roba comunque da metabolizzare.
Forse è stata soltanto la necessità di scrivere altro, non sempre al meglio ma sempre al massimo. Ogni dieci righe un sorpasso.
Forse questo periodo di dubbi, sulla strada e sul futuro, su un mestiere che non è quasi più un mestiere, sui grandi comunicatori che ti dicono che la gente vuole altro, due frasi veloci e via, chissenefrega se sconnesse, e te lo dicono perché non hanno la forza di provare a cambiare le cose, perché non sanno che la gente la puoi anche riabituare a capire, ad approfondire. Ci puoi provare.
Forse solo la voglia di essere altrove, a finire quei famosi racconti, molto meno di quarantanove e molto meno importanti, dove vorrei ci fosse qualcosa di quello che di Jones, Cheever, Lansdale, Fante, Carver, Ti Jean, Luciano, Miller, London, Steinbeck, Faulkner ho capito e rubato.
Forse la pigrizia. Nonostante l'insonnia.

Riparto.
Perché un blog ormai, dice Max che ne sa, è roba passata.
Non lo legge più nessuno.
O ognuno si legge il suo.
Abbène.
Io me lo scrivo.
Che altro so fare? (E poi, lo so fare?)

Quasi due mesi. Assente.
Rieccomi. Cinquantenne.

Commenti

Anonimo ha detto…
Io il tuo lo leggo. Infatti mi chiedevo dove fossi finito....
FabP
Marius ha detto…
Anch'io lo leggo. Ed ho pure il privilegio di incontrare il suo autore in chat...

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