I pugni dell'Indipendenza


“Io sono Jack Johnson. Campione del mondo dei massimi. Sono nero e non mi hanno mai permesso di dimenticarlo. In ogni caso, sono nero! E non permetterò mai che lo dimentichino”


4 luglio 1910. Giorno dell'Indipendenza. Di un'altra indipendenza. Il campione nero aveva già battuto il detentore dei massimi, un piccoletto di nome Tommy Burns. Ma perché l'America lo riconoscesse per quello che era, il Migliore, doveva battere il grande Jim Jeffries. Jim si era ritirato da tempo, e quando era in attività lo aveva sempre evitato. Ma stavolta lo avevano convinto. Borsa stratosferica, promesse di nuova gloria.
Ma Jim Jeffries, il gigantesco cowboy, era il passato. Il campione nero era il domani. Si chiamava Jack Johnson. Figlio di schiavi. Nato a Galveston, Texas, nel 1878. Cinque fratelli, vita misera. Ma un talento buono per farlo uscire da quella feccia. Texano, e di colore. Sapevano tutti che era il numero uno. Ma doveva dimostrarlo contro il cowboy. Lo fece, il 4 luglio 1910.
In America probirono la diffusione dei filmati di quell'incontro di Las Vegas. Gli spezzoni in cui si affermava il primo campione del mondo nero della storia della boxe. Tra i pesi massimi. Servì a poco, tutti sapevano.
Restò campione fino al 1915, cedette a Jess Willard, su un ring in esilio a Cuba, forse spinto anche da un sistema che lo faceva vivere da ricco, ma decisamente male. Visse da esule e quando rientrò in patria, nel 1920, finì anche in galera, per qualche tempo. La colpa: gli piacevano le donne bianche, ne aveva sposate tre di fila. Un affronto, per quell'America.
Uscì, visse di esibizioni, morì in un incidente stradale nel 1946. Roba rara, per l'epoca.
Intanto, aveva cambiato la storia. Nel giorno dell'Indipendenza.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ma non eri in vacanza? Pensa a divertirti, scrittore

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