Terra promessa, terre promesse
Corriamo, accorriamo, soccorriamo. E poi dimentichiamo in fretta. Forse è normale, è la vita: rimuovere, a volte anche per esorcizzare. Lasciando chi ha perso tutto in balia di sé stesso, del destino. E delle promesse non mantenute. Succederà anche questa volta, anche con l'Abruzzo? Magari no, ma di sicuro lì è già successo. Dopo il 13 gennaio 1915, quando la terra tremò come mai prima, ne dopo, in Italia: XI grado della scala Mercalli, 29mila vittime su una popolazione, nelle zone colpite, di circa 120mila. Avezzano letteralmente rasa al suolo, con 10.700 scomparsi. Paesi come Sora, Castelliri, Isola Liri, danneggiati irreparabilmente. Il sospetto, anche allora, che l'uomo avesse avuto una bella parte di colpa, svuotando il lago Fucino per sviluppare l'economia locale. L'inadeguatezza dei soccorsi, in un'Italia che già annusava un clima di guerra (ci sarebbe entrata ufficialmente quattro mesi più tardi). Don Orione che si occupava degli orfani. E le promesse. Tante...